Il dipendente dell'azienda si inventa la rapina per tenersi 1.600 euro

Sabato 3 Ottobre 2020 di Cesare Arcolini
S'inventa la rapina per tenersi 1.600 euro (Foto di martaposemuckel da Pixabay)
PIOVE DI SACCO - Ha chiamato il 112 riferendo di essere rimasto vittima di una violenta rapina. Tutto falso. Un autista di 30 anni, C. Z., residente a Roverchiara (Verona), dipendente dell'azienda familiare Pollo Adige, che è risultata completamente estranea ai fatti, è stato denunciato per simulazione di reato e false dichiarazioni a pubblico ufficiale. 

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Piove di Sacco l'uomo attorno alle 18 di giovedì ha contattato i numeri d'emergenza riferendo di essere stato rapinato da due persone che, dopo averlo riempito di pugni, gli hanno asportato un borsello contenente 1.600 euro.

PAGAMENTI DEI CLIENTI
Si tratta di denaro che l'uomo aveva recuperato dai clienti nell'arco della giornata, dopo aver consegnato la merce nella zona della Saccisica. Immediato l'arrivo di una pattuglia dei carabinieri che si è trovata di fronte un uomo con vistose ecchimosi al volto. Il trentenne ai militari che gli chiedevano notizie sull'accaduto avrebbe raccontato di essersi fermato con il suo camion nelle vicinanze di una macelleria islamica nella frazione di Sant'Anna. Qui, non appena sceso per effettuare una nuova consegna, sarebbe finito nelle mani di due banditi senza scrupoli che dopo averlo picchiato gli avrebbero portato via il contante. Il racconto della presunta vittima fin da subito è apparso farraginoso, ma gli inquirenti con le cautele del caso hanno imbastito un'indagine lampo per arrivare alla verità. 

Fortuna ha voluto che la zona teatro della presunta aggressione fosse coperta da videosorveglianza comunale. Sono così state acquisite le immagini degli occhi elettronici presenti a Sant'Anna. A questo punto per l'autista scaligero sono cominciati i guai: se è vero che si vedono in maniera nitida due persone che ricevono la merce dal trentenne, non sono emerse botte e situazioni di pericolo a carico del sospettato. Terminate queste decisive verifiche, C.Z. è stato accompagnato in caserma e messo di fronte alle proprie responsabilità. Dopo aver tentato inutilmente di proseguire con il suo film non ha potuto far altro che confessare. Da quanto trapelato sembra che l'autista abbia simulato la rapina per giustificare con l'azienda l'ammanco di denaro che voleva tenersi. Al momento non si sa cosa avrebbe voluto fare con quei soldi che di fatto non gli spettavano. Una leggerezza che il veronese pagherà a caro prezzo. Non solo con la doppia denuncia ma, probabilmente, anche con la perdita del posto di lavoro. 
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