Covid e crisi, la storica Trattoria da Oci chiude per sempre dopo 70 anni di attività

Martedì 8 Giugno 2021 di Lucio Piva
Sergio Tasinato e la moglie
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GALZIGNANO - Prima la scomparsa del titolare, avvenuta nel novembre scorso a causa del Covid. Poi la chiusura forzata a causa della pandemia. Proprio quando le attività sembravano tornare alla normalità grazie alla riapertura e al ritorno dei clienti sui ristorante dei Colli, la storica Trattoria da Oci, fra Galzignano e Cinto, decide di gettare la spugna. L'annuncio della chiusura, dopo 70 anni di attività è stato dato dalla signora Susanna, rimasta da sola da a gestire il locale dopo la scomparsa di Sergio Tasinato, 68 anni, ma per decenni autentica anima del locale. E proprio l'assenza del titolare ha determinato il venir meno delle condizioni per la continuità dell'attività.
«Sergio non si considerava un cuoco stellato ha detto commossa la compagna - ma nella sua modestia e umanità conosceva profondamente la cucina tradizionale e soprattutto sapeva creare un'atmosfera particolare attorno al nostro locale. Il suo amore per la sua terra e per i prodotti che davano sostanza alla sua cucina non aveva uguali. Tanti venivano da noi proprio perché si sentivano a casa. Me l'hanno testimoniato i messaggi di oltre 700 persone dopo nemmeno un giorno dal messaggio di commiato sui social».
La trattoria da Oci era stata aperta nell'immediato dopoguerra grazie all'iniziativa del Dante Tasinato, associato storico anche di Confcommercio Ascom Padova dal 1975, che aveva poi ceduto l'attività al figlio, Sergio nel 1993. Ma l'incontro fra il titolare e Susanna, oltre a suggellare una storia d'amore d'altri tempi, ha creato un'intesa capace di far funzionare alla grande la cucina e far felici tantissimi clienti. La trattoria da Oci, non a caso era diventata tappa obbligata non solo di tanti villeggianti domenicali. Ma fermata abituale dei tantissimi ciclisti ed escursionisti impegnati sui sentieri dei colli.
«Sono d'origine ungherese ha ricordato Susanna e quando ancora esisteva la cortina di ferro sono arrivata in Italia in tournée come pattinatrice acrobatica dell'Holiday Inn, il famoso circo sul ghiaccio. Sergio mi ha conosciuto sulla scena, grazie ad alcuni amici che ci hanno presentato. Ed è stato subito amore a prima vista. Il nostro sogno di vivere e lavorare assieme si è coronato con il nostro matrimonio, avvenuto 35 anni fa». A guastare la festa d'anniversario celebrata lo scorso autunno è però intervenuto il Covid. «Ci siamo ammalati entrambi dice commossa Susanna proprio il giorno della nostra festa. Per Sergio sembrava che gli attacchi di febbre e debolezza fossero una banale influenza. Era rimasto quello gioviale e sereno di sempre, fino a quando non è stato portato in ospedale a Schiavonia, per una crisi respiratoria. Il virus l'ha ucciso in una manciata di giorni, cancellando di colpo il nostro grande progetto legato al nostro locale ed i nostri clienti».
Senza Sergio, mente ed anima dell'antica trattoria, Oci non è stato più lo stesso. «In questi mesi, non ci è mai mancato l'affetto delle nostre abituali presenze, spiega Susanna. Ma senza anima e senza mente la trattoria non poteva più andare avanti. E' rimasta chiusa per tutto l'autunno assieme a tanti altri locali. E quando pochi giorni fa è stato il momento di riaprire ho capito che non ce l'avrei più fatta». Mentre continuano ad arrivare a Susanna messaggi di solidarietà e vicinanza, accompagnati a tanti ricordi del marito che non c'è più, i progetti di una possibile riapertura con l'affidamento della trattoria a nuove gestioni resta nel buio.
«Una cosa è sicura conclude Susanna ed è che la Trattoria di Oci non sarà più la stessa. Potrà diventare qualcos'altro con un'altra gestione. Ma non quello che Sergio ed io abbiamo costruito prima nei nostri progetti e poi nell'impegno di ogni giorno. Anche il suo ricordo di persona mite e generosa continua a fare male».
Meglio allora chiudere. Poco importa di doverlo fare quando tutti riaprono e non vedono l'ora di ripartire.
 

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