Il granatiere Fortin, ultimo ma felice:
ovazione dei tifosi alla Parigi-Roubaix

Giovedì 18 Aprile 2019 di Walter Lotto
Filippo Fortin
PERNUMIA - Ci sono piazzamenti che nobilitano, ultimi posti che valgono. La Gazzetta dello sport nel paginone in cui celebra la strepitosa vittoria del belga Gilbert nella Parigi-Roubaix in alto a destra titola Fortin 100. e ultimo. Un'umiliazione per il nostro rappresentante? No tutt'altro: una medaglia nella carriera del granatiere di Pernumia. Ancora la Gazzetta: il mondo capovolto, dal Philippe belga il vincitore, al nostro Filippo 27'17: un eternità, sì ma dentro la stessa classifica, in quella che è definita la regina delle classiche, con la stesso dolore per la fatica, la tensione, la paura, qui si parla di inferno del nord per tutti, qui converge l'elite del ciclismo mondiale, esserci è la vera vittoria.
I SEGNI DELLE VESCICHE A tre giorni dalla gara Filippo è ritornato a rifugiarsi nella sua casa, tra gli affetti più cari, la compagna Elena e la bellissima figlioletta Sidney di due anni e mezzo. Il suo primo gesto è aprire le mani a farci vedere i segni delle vesciche rimediate per stringere e guidare il manubrio della bici sopra le infide pietre che hanno reso celeberrima la corsa francese. «Sono orgoglioso di quello che ho fatto - le sue prime parole - Volevo assolutamente entrare in quell'ordine d'arrivo e ce l'ho fatta, nonostante le avversità: sono caduto prima della foresta di Harenberg, ho rotto una scarpa, ho inseguito per 130 chilometri con un gruppetto e poi da solo, ho avuto momenti di scoramento, ma non ho mollato e quando ho percorso quel giro e mezzo della pista di Roubaix tra le ovazioni che il pubblico riserva a tutti quelli che arrivano, dentro ad una grande gratificazione morale ho maturato la consapevolezza che voglio tornare qui il prossimo anno, perché quell'ultimo posto resti solo un dato statistico fine a se stesso, perché ho capito che questa è una corsa che mi si addice e con un po' di fortuna penso di valere almeno un piazzamento nei primi venti».
DAVANTI A UN BIVIO Una metafora di vita la carriera di Filippo,classe 1989: professionista in una squadra americana a 23 anni, dove non lascia il segno, poi la grande occasione con il passaggio alla Professional Bardiani e la possibilità di fare ciclismo ad alti livelli, ma il biennio trascorre senza sussulti. «Un po' colpa mia - racconta Filippo - perchè non ho subito capito l'importanza di allenamento e alimentazione, un po' responsabilità della squadra che non mi ha aiutato e non mi ha rinnovato la fiducia». Sta di fatto che dopo il biennio Fortin si trova al bivio: smettere o accettare un contratto con una squadra Continental, professionismo sì, ma di terza fascia, quello che non ti consente di guadagnare sufficientemente per fare della tua passione un lavoro. Nonostante i rischi la scelta di Filippo è quest'ultima, troppa la sua voglia di bici e di far vedere a questo mondo di meritare un'altra occasione. Non lo scoraggia neanche la consapevolezza che in pochi ce la fanno a risalire dopo una caduta così, ma lui ci impiega quattro stagioni spese in squadre minori a sgomitare in traguardi considerati minori, grida al mondo del ciclismo che conta che vuole un'altra opportunità con i fatti: sedici vittorie e innumerevoli volte nelle topo ten di corse in tutta Europa. E quando ormai sembrava che l'occasione non arrivasse più, ecco il premio ai suoi sacrifici con l'ingaggio alla francese Professional Cofidis.
ESPERIENZA FANTASTICA «Sono stato ingaggiato per far da apripista alle volate di Bouhanni e Laporte, ma avrò anche occasioni per mettermi in proprio. Intanto sto conoscendo il vero ciclismo che avevo visto solo alla tivù, ed è un'esperienza fantastica. Ho imparato di più in questi ultimi due mesi che nel resto del mio percorso professionale. E poi correre con i migliori è davvero speciale». Il rovescio della medaglia è che avrai meno occasioni per primeggiare personalmente. «Non dispero neanche da questo punto di vista e voglio lasciare il segno vincente già da questa stagione». La vittoria che darebbe il senso completo alla tua carriera? «L'ultima tappa del Tour agli Champ Elysèes con una volata delle mie».
 
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