Figli unici di genitori anziani, uno su tre dallo psicologo già alle scuole superiori

Martedì 6 Giugno 2023 di Elisa Fais
Il questionario è stato sottoposto ai ragazzi delle superiori

PADOVA - Genitori più anziani, nessun fratello e sempre più evidenti segni di disagio e sofferenza: un giovane padovano su tre chiede supporto psicologico già dalle scuole superiori. Questi sono gli esiti della ricerca condotta dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova, tramite un questionario distribuito a 4.383 studenti tra i 18 e i 20 anni (1.781 maschi e 2.592 donne, età media 18,4 anni) frequentanti istituti delle scuole superiori del Padovano, all’interno del progetto “Prevenzione andrologica permanente nelle Scuole”. I dati raccolti hanno evidenziato una crisi tra i giovani che si manifesta con un maggior senso di solitudine, con l’incremento di comportamenti a rischio come fumo e droghe e un’informazione poco approfondita sulla sessualità. «Da quindici anni portiamo avanti un progetto che si sviluppa nelle scuole, parlando a migliaia di studenti, e abbiamo raccolto molto materiale per mettere a confronto i cambiamenti nei comportamenti e nello stile di vita dei ragazzi - spiega Carlo Foresta, già professore di Endocrinologia all’Università di Padova e presidente della Fondazione Foresta Onlus. - Già nel 2018 avevamo colto un momento di disagio giovanile molto importante, che emerge da determinati comportamenti come la dispersione scolastica, l’isolamento di tipo sociale, la dipendenza dal cyber sex, i disturbi alimentari.

E fin da allora ci eravamo mossi per cercare di capire e soprattutto scoprire come aiutare».

IL CONVEGNO

La ricerca è presentata oggi, 6 giugno, dalle 18.30 alla Sala del Romanino dei Musei Civici Eremitani nell’ambito dell’incontro “La Cultura e il Disagio Giovanile” organizzato dalla Fondazione Foresta Onlus, in collaborazione con il comune di Padova e l’Università. All’incontro partecipano anche Antonella Viola, professoressa di patologia generale recentemente al centro della polemica per la sua battaglia contro l’alcol e il vino in particolare, Marco Scarcelli, ricercatore di sociologia e Nicoletta Cozza, giornalista.

LA RETE

L’elemento chiave emerso dai questionari è che con l’andare del tempo la costituzione familiare è cambiata. Rispetto al 2005, quando il progetto è partito, i genitori sono più anziani di quattro anni: l’età media della madre quando il ragazzo ha 18 anni è di 50,7 e quella del padre è 54 anni. In pratica, il giovane vive in una famiglia dove c’è stato un salto generazionale. «Questo è un dato importante perché un conto è avere un genitore di 40 anni e un altro è averne uno di 50 o anche più - sottolinea il professor Foresta -. Come fondamentale è che il 18 per cento di questi ragazzi siano figli unici». Un ragazzo ogni cinque è figlio di persone separate o divorziate. «Questo vuol dire che fin dalla prima fase dell’adolescenza questi giovani si trovano a vivere una situazione ansiogena, che sfocia nell’uso di ansiolitici e antidepressivi - spiega Foresta - ma soprattutto nella richiesta di un supporto psicologico, già alta nel campione globale (31%), sale al 40% nei figli di genitori separati o divorziati. In questo contesto monogenitoriale, si osserva un significativo aumento di manifestazioni del disagio giovanile: più insoddisfazione della vita (27%) e più autolesionismo (23%)». Secondo l’analisi, anche le abitudini sessuali sembrano risentire della diversità del contesto familiare: nei figli di genitori separati o divorziati sono più frequenti i rapporti non protetti e partner multipli (19% e 14% rispettivamente), più malattie sessualmente trasmesse (2,2%) e un più frequente ricorso alla pillola del giorno dopo nelle ragazze (39%), ma anche una più precoce età del primo rapporto sessuale (i maschi a 16,1 anni con famiglie sposate e a 14,8 in quelle divorziate). «La fotografia che emerge dai questionari che descrivono le sensazioni, le paure, le abitudini dei giovani deve far riflettere - conclude il professor Foresta -. Meglio ancora: sono gli adulti a dover riflettere sulle conseguenze che possono svilupparsi nei giovani da quelle che sono state le scelte di vita che la nostra generazione ha imposto ai figli negli ultimi anni. I risultati della ricerca mostrano, una volta ancora, quanto sia importante aprire un dialogo con i ragazzi su temi che il mondo degli adulti continua a trattare come tabù».

Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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