Ferie mai godute in ospedale, chiede 16.000 di retribuzione: il giudice dice sì

Martedì 15 Giugno 2021 di Elisa Fais
Padova, nuovo policlinico
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PADOVA - Chiede all'Azienda Ospedale Università di Padova oltre 16 mila euro di retribuzione per 172 giorni di ferie maturati e mai goduti. La sentenza di primo grado le dà ragione.

Il caso, seguito dalla Cgil Funzione Pubblica di Padova attraverso l'avvocato Margherita Barbara, è stato presentato ieri in occasione di una conferenza stampa dalla sede di via Longhin. Per evitare contenziosi ed assicurare a tutti i dipendenti il diritto alle meritate vacanze, i sindacati della sanità chiedono a gran voce l'angolo delle ferie: una piattaforma on-line dove possa rimanere traccia delle domande di ferie espresse da ciascun dipendente, con eventuale conferma o diniego del responsabile. 


GLI INTERVENTI

«Siamo a conoscenza di tre casi, uno ha già portato i suoi frutti e riguarda una infermiera coordinatrice di reparto che a brevissimo sarebbe andata in pensione - dichiara Alessandra Stivali della Cgil -. La dipendente possiede la documentazione che prova l'impossibilità di svolgimento effettivo delle ferie, a causa di una carenza di organico importante. È necessario che l'Azienda ospedaliera ripensi a questo tema, basterebbe apportare una modifica all'angolo del dipendente, una pagina web già esistente dove il lavoratore accede per vedere la sua situazione a livello di busta paga. Ad oggi manca un contatore specifico relativo alle ferie». 
Sono d'accordo anche Cisl e Uil. «È necessario rimanga tracciabilità delle richieste sottolinea Luigi Spada della Uil -. Avevamo iniziato un percorso con la precedente amministrazione, che però non si è mai concretizzato. La speranza è che ora ci sia una maggiore apertura». Achille Pagliaro della Cisl, aggiunge: «Così se i dipendenti si trasferiscono in un altro ente o se emergono contenziosi, le ferie possono essere riconosciute e pagate. Al momento non è possibile dimostrare i dinieghi con facilità. Le ferie sono un bene irrinunciabile». 


LA VICENDA

L'appello, dunque, è per una programmazione specifica e puntuale che permetta di avere una proiezione nella piattaforma informatica. La dipendente si è dimessa il 19 ottobre 2018, avendo raggiunto i requisiti per godere della pensione di anzianità ma, secondo l'Azienda ospedaliera, la donna avrebbe potuto rimanere in servizio non avendo compiuto i 65 anni. Inoltre, a via Giustiniani risulta che l'infermiera nel corso del 2018 abbia fruito di 122 giorni di ferie a fronte di un maturato di 294 giorni. Concludendo che il preavviso di due mesi non avrebbe consentito la fruizione dei residui 172 giorni. «Sto seguendo due infermieri e un medico afferma l'avvocato Barbara - ho già fatto tre decreti ingiuntivi. La causa dell'infermiera coordinatrice si è conclusa con la sentenza di primo grado, anche se l'Azienda ospedaliera ci ha già detto che farà appello. L'ospedale in primo grado è stato condannato al pagamento delle indennità per mancato pagamento delle ferie, quindi oltre 16 mila euro per la retribuzione di 172 giorni. Il secondo caso riguarda un infermiere per 3.500 euro, e il terzo un cardiochirurgo pediatrico per 18 mila euro. Queste ultime due udienze sono attese per novembre». Dunque, non finisce qui. L'Azienda ospedaliera ora farà appello, chiedendo una sospensiva. 
 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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