Felice Maniero resta in carcere. Il giudice ha respinto l'istanza del legale dell'ex boss, accusato di maltrattamenti e minacce alla sua compagna.
L'ex boss della Mala del Brenta, che vent'anni fa si pentì e con la sua confessione consegnò tutta la banda alla Giustizia, è in galera da una settimana a Bergamo. «Mi stupisco di una decisione così dura e punitiva per fatti che potevano portare a un provvedimento più blando» ha detto Maniero al giudice nel corso dell'interrogatorio.
Durante l'interrogatorio, durato poco meno di due ore, Faccia d'Angelo, come veniva chiamato all'epoca, ha ammesso in parte le accuse, in particolare relativamente alle ingiurie spiegando che in tre occasioni dall'inizio del 2019 con la compagna ci sono stati dei litigi per questioni di lavoro e non per motivi sentimentali. «Si sono spintonati ma poi è intervenuta la figlia che ha placato gli animi - ha detto l'avvocato Luca Broli che difende Maniero - Non ci sono state quelle violenze fisiche di cui lo accusano e che lui ha categoricamente negato. Maniero ha ammesso di aver dato alla compagna un paio di schiaffi in 25 anni».
Maniero, ha spiegato l'avvocato, «da quando ha iniziato la collaborazione con la giustizia ha preso una strada ben lontana da quella del passato. In questi ultimi 25 anni non ha mai preso neanche una multa. È preoccupato solo di aver lasciato la figlia di 18 anni da sola. L'unico suo pensiero fisso è che la figlia sia in pericolo». L'avvocato ha chiesto la revoca della misura cautelare per carenza di indizi ed esigenze o in subordine una misura meno afflittiva.
Ma il giudice è stato di diverso avviso.
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