Falsi prosciutti Dop, gli indagati hanno aziende nel Padovano e Trevigiano

Mercoledì 2 Gennaio 2019
Falsi prosciutti Dop, gli indagati hanno aziende nel Padovano e Trevigiano
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ALTA PADOVANA - Convinti di avere acquistato un delizioso prosciutto crudo Dop, tutto di maiale italiano di qualità, ignoriamo invece di esserci mangiati un suino danese. Con l'aggravante di avere pagato quell'etto di prosciutto come un prodotto di denominazione di origine protetta, quando non lo è. Insomma, forse molti di noi consumatori, insieme alle aziende San Daniele e Parma, siamo stati vittime di una frode alimentare. Lo scandalo dei falsi prosciutti crudi Dop si è allargato a macchia d'olio in tutto il Nord Italia e nel mirino della Procura euganea sono finiti anche due allevamenti dell'Alta padovana. Nel registro degli indagati sono stati iscritti, accusati a vario titolo di frode in commercio e falso documentale in atti e registri, Mario Duregon 69 anni responsabile della Agriveneta Rio Bianco con scrofaia in Trebaseleghe e proprietario al 50 per cento e vice presidente del Cda della Duregon M.G.S. Srl con scrofaia a Resana in provincia di Treviso.
 
Tra gli indagati anche Marco Duregon 42 anni socio della Agriveneta Rio Bianco, Silvano Duregon 67 anni proprietario dell'altro 50 per cento della Duregon M.G.S, e infine Simone Duregon 41 anni titolare della omonima ditta individuale con sede a Montagnana e di una scrofaia a Loreggia.

Nei guai sono finiti anche Roberto Pastrello 60 anni socio e amministratore dell'Azienda agricola Pastrello con scrofaia a Camposampiero e Filippo Pastrello 36 anni in qualità di socio dell'Azienda agricola Pastrello. Secondo l'accusa la Duregon dal mese di luglio del 2013 senza soluzione di continuità fino al mese di novembre del 2016, avrebbe di fatto utilizzato per la riproduzione seme di verro Duroc danese non ammesso dai prescritti disciplinati di produzione, commercializzando i suini ottenuti destinandoli al circuito delle Dop nazionali celandone mediante artifici e raggiri la vera natura e origine. Motivo? Un suinetto danese già al quarto mese raggiunge gli oltre 190 chili di peso. Si sviluppa molto prima di un maiale italiano e può essere già abbattuto per fare i prosciutti.
LE INDAGINI
In una intercettazione telefonica del 25 gennaio del 2017 un fornitore di seme di verro danese al cellulare con un altro fornitore parla di un componente della famiglia Duregon, non indagato, ma in stretta collaborazione lavorativa, secondo l'accusa, con Simone Duregon. «...Duregon me lo ha già detto che lui se ne frega di Parma, lui vuole fare il maiale che vada bene ai meridionali. Mi ha detto io voglio gli schei sul conto e poi gli mando i suini ai meridionali...». In un'altra intercettazione telefonica del 7 dicembre del 2016, altri due fornitori, parlano sempre dello stesso Duregon. «...Duregon dice che il prosciutto del Danese è ancora più buono, ha quella piccola parte di grasso che lo rende umido che è ciò che piace alla massaia e non il prosciutto tanto magro...». In questi giorni le indagini sugli allevamenti di maiali di Trebaseleghe, Camposampiero e Loreggia si stanno per concludere. Gli inquirenti del Ministero delle politiche agricole, forestali e alimentari hanno prodotto un'ingente mole di documenti e adesso spetterà alla Procura se chiedere il rinvio a giudizio per gli allevatori o l'archiviazione. La posizione più morbida risulterebbe essere quella dell'Azienda agricola Pastrello, dove per stessa ammissione degli investigatori il seme di Duroc Danese è stato utilizzato in pochi casi.
Marco Aldighieri
Ultimo aggiornamento: 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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