Faida delle bande rap tra Padova e Milano: insulti, agguati, botte e coltelli. Scattano le indagini

Venerdì 25 Febbraio 2022 di Serena De Salvador
Uno degli scontri fra le due bande avvenuto a Milano a fine gennaio

PADOVA - Uno screzio cominciato via social e proseguito con una pubblica umiliazione postata su TikTok a inizio gennaio. La scintilla che ha fatto esplodere la faida tra la gang padovana di Touchè e quella lecchese di Simba La Rue, su cui ora indagano le forze dell’ordine di Padova, sarebbe stata la pubblica gogna inflitta al primo fuori da una discoteca di Milano e diventata virale online.
Un breve video che inquadra il padovano italo-marocchino messo all’angolo dai rivali, impaurito e impacciato. L’immagine di un ragazzo non ancora maggiorenne in difficoltà, ma che stride con quella del duro rapper di strada sfoggiata sui social. L’epilogo è l’aggressione a un sodale di Simba, picchiato e accoltellato in piazzale Stazione a Padova il 14 febbraio e nel mezzo un’altra rissa nel capoluogo meneghino.

LA RIVALITÀ

Touchè, rapper padovano classe 2004, insieme alla sua cerchia è un habitué di Milano. Sulla scena dei giovani rapper, che dalla strada è passata agli smartphone, ha conosciuto Simba La Rue e, come da tradizione, sono cominciati i “dissing”, confronti verbali infarciti di insulti. Sono tipici del genere rap più genuino, ma i ragazzi li hanno trasformati in uno scontro personale. A inizio anno, trovando Touchè da solo fuori dalla discoteca, alcuni fedelissimi di Simba lo hanno messo all’angolo e hanno girato il video della vergogna: «Dietro il telefono sono un leone» lo hanno schernito facendogli il verso. 
Da allora è stata guerra. «Non venite a Padova. Avete scelto le persone sbagliate» hanno risposto a suon di storie Instagram i compagni di Touchè. Il 30 gennaio lui e gli amici tornano a Milano. Trovano Simba e il suo gruppo all’ingresso della metro: «Facciamo uno contro uno, vieni» gli gridano. Simba rifiuta, volano sassi e bottiglie, l’italo-tunisino di Lecco resta lievemente ferito. Nei giorni successivi minaccia via TikTok: «So dov’è tua mamma» dice Simba. «È la seconda volta che ci vediamo a Milano, vieni qui a Padova – incalza Touchè –.

Sono ai giardini dell’Arena, quando vuoi».

L’AGGRESSIONE

Simba a Padova non è mai arrivato. Ma il 14 febbraio ci viene Carter5star, un suo sodale. Per una visita medica con sua madre, a detta sua. Ma subito posta un video su Instagram in cui cita Touchè. In sottofondo la canzone “Sono in zona tua ed è meglio che scappi”. Provocazione raccolta: «Fratello se c’è qualcosa scrivimi» incalza Touchè. «Se vuoi ci becchiamo che sto solo e ne parliamo» risponde Carter. «Trenta minuti e sono in stazione». Invece di Touchè si presenta però la sua gang: accerchiano il lombardo, che peraltro pratica arti marziali miste. Non certo uno sprovveduto dal punto di vista del contatto fisico. Ma non basta: lo picchiano, cade a terra, lo accoltellano quattro volte alla schiena. «Non sono arrivato in tempo, se c’ero non sarebbe successo» ha commentato poi il rapper padovano. Lo scorso fine settimana il braccio destro di Touchè era nel Milanese per alcuni impegni sportivi e gli insulti fra gruppi sono continuati.

LE ISTITUZIONI

Ora però a occuparsene ci sono anche le forze dell’ordine di Padova, che indagano sulle due bande dopo il potenziamento dei controlli proprio nell’ambito degli scontri fra giovani. «Metteranno a fuoco tutti i dettagli di quanto accaduto – ha spiegato il prefetto Raffaele Grassi – i dovuti approfondimenti sono già in corso. È doveroso però sottolineare che ci stiamo muovendo su più fronti: l’episodio legato alle dispute fra queste due gang è distinto rispetto ad altri registrati sia in città che in provincia». A partire dalla maxi rissa sventata dalla polizia in Prato della Valle il 15 gennaio e per arrivare alle aggressioni che a Monselice hanno visto denunciare 11 giovanissimi membri di una banda. «Sono in atto vari dispositivi di prevenzione che stanno dando buoni risultati – ha aggiunto il prefetto –. Dobbiamo analizzare il fenomeno del disagio giovanile a tutto tondo».

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