Ex Inps, gli ambulatori della vergogna: l'abbandono del complesso costruito nel 1936

Domenica 22 Settembre 2019
L'ex stabilimento termale Inps
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BATTAGLIA TERME (PADOVA) - Hanno compiuto un reportage sullo stato dei locali dell'ex stabilimento termale Inps, accompagnati da un custode. Nei giorni scorsi i volontari del gruppo Tesori abbandonati hanno pubblicato su Facebook decine di foto che testimoniano l'abbandono del complesso costruito nel 1936, in piena epoca fascista, per essere dismesso definitivamente nel 1993. «Negli anni Ottanta sono entrati nel mercato termale diversi gestori privati con i quali il servizio sanitario pubblico ha stipulato specifiche convenzioni per favorire le cure  ai lavoratori italiani spiega lo stesso gruppo, che si è documentato in maniera approfondita sull'argomento questi hanno cominciato a preferire un moderno albergo, dotato di camere con bagno privato, piuttosto che una struttura ricettiva, qual era l'Inps, di stampo coloniale. La stragrande maggioranza delle stanze era a quattro o più letti e con servizi collettivi». Le presenze hanno iniziato a diminuire in modo vertiginoso: da qui la scelta del gestore di chiudere i battenti.
MURI SCROSTATI«L'acqua calda, che sgorga spontaneamente dal sottosuolo, possiede eccellenti qualità salubri spiega il gruppo - conosciute fin dai tempi dei Romani. Il parco tutt'attorno era famoso per il giardino all'italiana impreziosito da pompeiane e fontane, alcune alimentate da acqua termale, e dagli ampi viali ombreggiati da magnolie e tigli accompagnati da prati e macchie di frassini, conifere e pioppi». Oggi il fabbricato è nel degrado più totale: vi sono ancora delle attrezzature in quelli che una volta erano ambulatori, libri, sedie e tavoli accatastati. I muri si stanno scrostando, vi è polvere dappertutto. «Centinaia di ospiti, provenienti da diverse parti d'Italia prosegue Tesori abbandonati - giungevano ogni due settimane per sottoporsi alle cure termali. Erano rigorosamente divisi per genere».
I PROGETTI FUTURIIl reportage ha riportato alla ribalta il dibattito sul futuro del sito, attualmente di proprietà della Regione (al 90%) e del Comune (10%). A tal proposito i susseguono voci di ogni tipo; fra le ipotesi, l'avvio di un centro benessere extralusso. Il sindaco Massimo Momolo, in realtà, non ha mai voluto sbilanciarsi: «Il prossimo lustro sarà decisivo. Non possiamo permetterci che lo stabile continui a versare in uno stato di abbandono». Qualche idea su un potenziale recupero c'è, ma il primo cittadino preferisce mantenere un basso profilo. «L'obiettivo a lungo termine è la riapertura dell'ex Inps a beneficio dell'intera collettività. Abbiamo avviato un dialogo con la Regione, a breve ci auguriamo di avere delle novità».
Francesco Cavallaro 
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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