Cercano l'evaso, lo trovano al volante dell'ambulanza: ex sindaco arrestato

Sabato 6 Ottobre 2018 di Gabriele Pipia
foto di repertorio
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PADOVA -  «Ma io sto solamente facendo volontariato». Quando si trova davanti i carabinieri pronti ad arrestarlo per evasione, Carlo Zecchinato indossa la classica divisa rossa e allarga le braccia ritenendo di non aver fatto nulla di male. Sì, è vero. Lavorare come autista delle ambulanze della Croce Rossa è un'opera nobilissima e non c'è nulla di male, anzi. Ma in questo caso c'è un problema: Zecchinato nelle ambulanze non può proprio starci, perché dovrebbe essere ai domiciliari per scontare la propria pena. 
Il protagonista di questa storia singolare è un uomo di 55 anni, ex sindaco del comune vicentino di Montegalda e ora residente a Padova, che sta scontando 18 mesi di detenzione domiciliare per il reato di bancarotta fraudolenta. Zecchinato, in passato titolare di un noto mobilificio in provincia di Vicenza poi fallito, era uno dei 1.800 volontari della sezione padovana della Croce Rossa. Un lavoro per cui si era duramente formato, un servizio che lo appassionava. Lo ha svolto per anni prima di essere condannato in via definitiva, e ha continuato a svolgerlo come se nulla fosse anche quando è stato costretto al regime di detenzione domiciliare. Senza avvisare nessuno. 

LA SOFFIATA Alle 18 di giovedì i carabinieri del Nucleo investigativo, ricevuta una segnalazione da una fonte ben informata, si sono presentati alla sede di via Croce Rossa e lo hanno scoperto. Era in servizio assieme ad altri colleghi, con la tenuta d'ordinanza, ed è stato accertato che aveva lavorato come volontario anche lo scorso settembre. Inevitabile, così, un nuovo arresto.  Pare che il suo avvocato avesse già avviato l'istanza per chiedere i permessi, ma quelle autorizzazioni non erano ancora arrivate dalla magistratura e quindi lui mercoledì sera avrebbe dovuto essere regolarmente a casa.  Ieri mattina l'arresto è stato convalidato e l'autista della Croce Rossa rimane ora in regime di detenzione domiciliare, in attesa del nuovo processo. 

LA REAZIONE «Era un volontario di lunga data ma noi non conoscevamo la sua situazione giudiziaria, altrimenti ovviamente non gli avremmo permesso di lavorare per noi - assicura il presidente della Croce Rossa padovana, Giampietro Rupolo -. La sua situazione è incompatibile con lo statuto della nostra associazione : non è possibile fare i volontari se si hanno condanne penali o carichi pendenti. In ogni caso - prosegue - il nostro regolamento disciplinare è molto rigido e abbiamo dato massima collaborazione ai carabinieri».
Normalmente i volontari della Croce Rossa lavorano con turni fissi e chi lavora nelle attività di soccorso del Suem viene impiegato con uno o due turni mensili. Esattamente ciò che capitava con Zecchinato, prima che i militari dell'Arma e i suoi superiori lo scoprissero. Ora rischia nuovi guai giudiziari. 
 
Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 12:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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