Padova. Tributi comunali da incassare, i Comuni accelerano i controlli sull'evasione

Imu, Tari, Tasi: il Covid ha impedito a migliaia di cittadini di pagare. Ora i controlli si intensificano

Martedì 1 Novembre 2022 di Serena De Salvador
Tributi evasi (foto d'archivio)

PADOVA - Imu, Tasi, Tari. Sono i principali tributi raccolti dai comuni e anche in quest'ambito il Covid ha avuto ripercussioni pesanti, in primis sui cittadini e di conseguenza sulle casse delle amministrazioni euganee. Migliaia di padovani hanno faticato a saldare le tasse e l'attuale crisi economica potrebbe aggravare non poche posizioni contributive. I buchi economici degli utenti insolventi possono arrivare a centinaia di migliaia di euro: la percentuale media di evasione dei tributi comunali si aggira infatti sul 9% in provincia. Le maglie dei controlli durante la pandemia si sono allentate per non strozzare i cittadini già in sofferenza, ma ora le verifiche stanno tornando a pieno regime. E se resta ferma la volontà di andare incontro a chi è in difficoltà (ampio è il ricorso alla rateizzazione, oltre al fatto che l'irregolarità viene confermata dopo l'invio di più solleciti), altrettanto ferma è quella di far rispettare le regole.

I dati

A Vigonza mancano oggi all'appello 303.298 euro di Imu (Imposta municipale unica) non versati dal 2014 al 2020. Il buco maggiore nel 2016, con 64.500 euro mancanti, per arrivare ai 41.516 di due anni fa. Per quanto invece riguarda la Tasi (Tributo per i servizi indivisibili, abrogata nel 2020) Vigonza ha registrato un ammanco di 67mila euro tra 2014 e 2018 (punta massima 18.250 euro del 2017). Vanno aggiunti 198 provvedimenti rateizzati, per un totale ancora da incassare di 81mila euro. «Nel 2019 è stata avviata dall'allora sindaco Stefano Marangon un'importante attività di bonifica della banca dati tributaria, che in tante situazioni non coincideva con il catasto e gli aspetti urbanistici - spiega il sindaco Gianmaria Boscaro - Bonifica che ha consentito il recupero di una somma importante, ma soprattutto ha permesso di allineare la situazione tributaria con quella reale. Dall'inizio dell'attività abbiamo controllato 16.500 posizioni». I controlli sono costanti anche, ad esempio, a Villa Estense, dove la percentuale di utenti insolventi con l'Imu «si attesta tra l'8 e il 10%» rende noto il primo cittadino Paolo Oppio. Lo stesso vale per Saonara: tra il 2017 e il 2021 l'importo annuale da riscuotere per l'Imu ha oscillato tra i 224.852 euro del 2019 e i 150mila dell'anno scorso, con un calo sensibile. Percentuali di insolvenza attorno al 10% invece si sono registrate coi mancati pagamenti della Tari (tassa rifiuti). Tra 2017 e 2020 l'insolvenza è andata alzandosi, dagli 89mila euro di cinque anni fa ai 169mila del 2020. «Il Covid ha causato grandissime difficoltà - spiega il sindaco Michela Lazzaro - La percentuale di posizioni non in regola si è inevitabilmente alzata.

Comprendiamo la situazione e per questo abbiamo dilazionato di qualche mese gli accertamenti».

I numeri

Diversi comuni hanno anche incontrato la necessità di adeguare i propri sistemi per garantire controlli corretti. Accade anche a Due Carrare. «Abbiamo appaltato il servizio a una ditta esterna - commenta il sindaco Davide Moro - Nel 2016 è stato cambiato il database ed è partita una bonifica di tutte le posizioni contributive. Così garantiamo verifiche corrette, capillari e recuperiamo anche fondi per il Comune». Nella stessa direzione va la rinnovata attenzione al tema da parte del Comune di Noventa Padovana, dove gli incassi dell'Imu sono passati dai 151mila euro del rendiconto 2019 ai 252mila dell'anno scorso (78mila nel 2020). «Si sta portando avanti un grande recupero rispetto al 2019 - precisa l'assessore al bilancio Flora Tibò - Sulla correttezza dei controlli si gioca la nostra credibilità: vogliamo dare un segnale e far capire che, pur comprendendo le difficoltà, pagare le tasse è un dovere. In primis per il rispetto di chi è in regola». A Rovolon si è passati dai 13mila euro dell'unica posizione non regolare sull'Imu del 2020 ai 221mila euro legati a 76 avvisi di accertamento emessi quest'anno. Sei invece quelli aperti per 1.035 euro di Tasi non versata. Ad Albignasego poi l'Ufficio tributi ha emesso fino al settembre di quest'anno 535 provvedimenti per 729mila euro di Imu da riscuotere (con sanzioni e interessi). Lo scorso anno erano 42 (per 145mila euro), nel 2020 solo uno (215 euro) e per trovare cifre simili a quelle odierne bisogna tornare al 2017 con 133 provvedimenti (745mila euro). Infine Vigodarzere, con la lotta all'evasione dei tributi, in cinque anni (2017/2021) ha accertato 1,6 milioni di euro mancanti per Imu e Tasi, recuperando 688mila euro attraverso 3.631 avvisi di accertamento.

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