Padova. Esami e visite, 40 mila padovani in attesa: scatta il maxi piano di recupero

Tra le prestazioni osservate speciali, che destano maggiore preoccupazione, ci sono le visite oculistiche, dermatologiche, neurologiche e le ecografie all'addome

Martedì 4 Aprile 2023 di Elisa Fais
Padova, 40 mila prestazioni bloccate

PADOVA - Oltre 40mila padovani, ad oggi, non riescono a prenotare visite ed esami non trovando subito posto tra le agende dell'Ulss 6. Per far fronte alla situazione scatta l'accordo tra l'Azienda Ospedale Università di Padova e l'Euganea per il miglioramento dei tempi d'attesa. Il piano è stato sancito ieri attraverso una delibera pubblicata a firma di dei due manager della sanità Paolo Fortuna e Giuseppe Dal Ben. Tra i principi fondamentali c'è «l'impegno ad erogare le prestazioni rispettando i tempi d'attesa riportati nella prescrizione e per facilitare questo saranno anche organizzati incontri con i medici di medicina generale e gli specialisti, finalizzati al miglioramento dell'appropriatezza prescrittiva compresa quella definita nelle ultime linee guida della Regione nelle tabelle Rao». Inoltre «le visite e le prestazioni di controllo devono essere prese in carico dall'Azienda/Istituto che ha erogato la prima visita o prestazione e l'andamento sarà monitorato con un report mensile».

Oltre a rimodulare aspetti organizzativi, sono previste aperture straordinarie di pomeriggio o nei fine settimana a necessità.

Prestazioni bloccate

Nonostante la sanità abbia premuto sull'acceleratore per recuperare visite e prestazioni lasciate in sospeso a seguito dell'emergenza sanitaria Covid, rimangono comunque delle aree in sofferenza, con attese e liste di galleggiamento. Ovvero quando i Cup, non riuscendo a rispettare le date contenute nella prescrizione del medico, mettono i pazienti in stand-by. In caso di galleggiamento, infatti, il cittadino deve essere richiamato dal Cup entro 48h se ha priorità B ed entro 4 giorni se ha priorità D. L'Ulss conta circa 40mila prestazioni "bloccate", l'Azienda ospedaliera si ferma a circa 500.

Cosa è stato fatto

Nel 2022 sono state erogate ai padovani 3.791.873 prestazioni (esclusa la branca di Laboratorio). Tra queste circa 1.281.479 (33,8%) dalle strutture dell'Euganea, altre 1.510.771 (39,8%) dal privato accreditato, 779.623 (20,6%) dall'Azienda Ospedale Università di Padova e 220.000 (5,8%) dall'Istituto Oncologico Veneto. Per operare un efficace governo della domanda nell'immediato l'alleanza tra Ulss, Aop e Iov prevede di incrementare l'offerta per le prime visite, qualora vengano implementate le risorse a disposizione e di favorire le prese in carico da parte degli specialisti prescrittori dei tre enti (su questo fronte l'Azienda ospedaliera nel 2022 ha raggiunto un target del 29%). Per questo obiettivo ci sarà la collaborazione sia di Aop sia dello Iov all'individuazione, per ciascuna impegnativa, del medico prescrittore e della relativa afferenza aziendale. Tra le prestazioni osservate speciali, che destano maggiore preoccupazione, ci sono le visite oculistiche, dermatologiche, neurologiche e le ecografie all'addome. L'Ulss 6 in particolare sta implementando il sistema dei minicup per la presa in carico dei controlli: quando il cittadino fa una visita, segue subito una seconda prenotazione, senza passare dal medico di medicina generale.

Le priorità

Altro importante obiettivo dell'accordo è favorire l'appropriatezza della prescrizione anche con le tabelle Rao, da usare soprattutto per le prestazioni più critiche. A questo proposito la direzione dell'Euganea ha ritenuto opportuno effettuare un'analisi di un campione di impegnative prescritte nel 2022, relative alle branche critiche in termini di prestazioni in galleggiamento (prima visita neurologica, prima visita dermatologica, prima visita oculistica, ecografia addome completo, esofagogastroduodenoscopia con biopsia e colonscopia), al fine di rilevare la percentuale di appropriatezza prescrittiva secondo il modello Rao prima dell'attuazione dello stesso. L'analisi ha rilevato che la percentuale di impegnative considerate inappropriate può raggiungere il 40% del totale delle prescrizioni per ciascuna prestazione. Nel dettaglio, l'inappropriatezza prescrittiva è riconducibile perlopiù a quesiti diagnostici vaghi o incompleti, assegnazioni di priorità non coerenti con quanto indicato dal quesito diagnostico e a mancata concordanza tra la prestazione richiesta e le indicazioni del quesito diagnostico. Infine il maxi piano prevede che venga analizzata l'efficienza delle agende, garantendo un monitoraggio costante con la collaborazione delle direzioni mediche sullo stato di andamento delle liste d'attesa. 

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