Erika Marcato. L'ex olgettina e coniglietta di Playboy a processo per estorsione agli anziani

Venerdì 11 Ottobre 2019
Erika Marcato. L'ex olgettina e coniglietta di Playboy a processo per estorsione agli anziani
1
VIGONZA (PADOVA) - Bella e bionda, ex coniglietta di Playboy, nota anche per essere stata nel giro delle Olgettine che ruotavano attorno alla villa di Arcore di Berlusconi. Lei è Erika Marcato, 32 anni, di Vigonza, rinviata a giudizio assieme ad altri tre con l'accusa di estorsione e tentata estorsione ai danni di anziani. Il gruppo, secondo le carte dell'inchiesta, vendeva porta a porta rifilando contratti a poveri anziani con cifre da capogiro. Ieri a Pesaro si è aperto il processo, ancora in fase di smistamento. Gli imputati non c'erano, ma il pubblico ministero ha chiesto l'esame per tutti loro, oltre all'agente della squadra mobile che ha portato avanti l'indagine. L'udienza è stata rinviata al 20 febbraio. Con la Marcato, il 53enne produttore cinematografico di Selvazzano Amedeo Gagliardi, il 57enne Andrea Callegari e Mirco Chieregato, 40enne che avrebbe avuto il ruolo di prestanome. Otto gli episodi contestati, risalenti al 2016. La bella bionda, secondo le indagini, si sarebbe  presentata a casa di alcuni anziani per far vedere dei cataloghi di vari prodotti come elettrodomestici, casalinghi, materassi per conto della ditta Sistemi per arredare. Le povere vittime non volevano comprare nulla, ma lei avrebbe raccontato la storia strappalacrime che se gli anziani non avessero firmato il foglio di presenza, non sarebbe stata pagata. Di fronte a un bel sorriso e alla tenerezza implorante della giovane, ci sono cascati. Ma in realtà avevano sottoscritto dei veri e propri contratti con rate da pagare. Fatte passare le due settimane per avvalersi del diritto al recesso, ecco entrare in scena Amedeo Gagliardi, già noto alla giustizia. Che spiegava che con quella firma, l'anziano era praticamente obbligato a comprare il prodotto. In alcuni casi per il valore di 3000 euro, in altri addirittura per 13mila euro. E se non avessero pagato, la società avrebbe loro intentato una causa per il risarcimento. Per l'accusa - le indagine è stata affidata al pm Giovanni Narbone - si trattava di «vere e proprie minacce estorsive».
Otto al momento le vittime accertate che hanno sborsato soldi, mentre un paio sono riuscite a non pagare. A fare emergere tutta la serie di raggiri il caso di una anziana pesarese che non voleva proprio saperne di pagare. É stata la Squadra mobile a mettere in piedi l'indagine tre anni fa, nel 2016. Il pm Narbone era riuscito a mettere sotto sequestro anche una somma di 10mila euro che il gruppo stava cercando di trasferire in Albania.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci