Trasfusione infetta, no alla prescrizione: il ministero condannato a risarcire dopo 42 anni

Lunedì 7 Settembre 2020 di redazione online
Trasfusione infetta, no alla prescrizione: il ministero condannato a risarcire dopo 42 anni
PADOVA - Il ministero della Salute è stato condannato a rifondere un padovano con 165.770 euro per una trasfusione infetta di epatite C fatta al paziente ben 42 anni fa, nel 1978, all'ospedale di Piove di Sacco. L'uomo è venuto a conoscenza della sua malattia nel 2015:  «Nonostante i 37 anni trascorsi dalla data delle trasfusioni il tribunale di Venezia (competente in materia, ndr) ha ritenuto provato il nesso di causa e ha rigettato l'eccezione di prescrizione sollevata dal Ministero, affermando che solamente nel 2015 in seguito agli esami svolti poteva ritenersi maturata in capo al paziente la piena consapevolezza del danno subito a causa della condotta omissiva del Ministero» spiega Glauco Susa, avvocato del padovano.

Nella sentenza i giudici scrivono: «deve rilevarsi la responsabilità in capo al Ministero ...
per avere omesso l'attività di controllo e gestione delle emotrasfusioni in quanto già all'epoca dei fatti di causa erano noti i presupposti scientifici a tutela del diritto alla salute dei pazienti». Il paziente aveva subito una trasfusione a causa di un'emorragia interna provocata da un incidente, nel dicembre del 1978. In seguito ha sofferto di astenia e mal di testa, malori provocati dall'epatite C che l'uomo ha scoperto di avere solo nel 2015. 
Ultimo aggiornamento: 22:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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