Il padovano di 27 anni che affronterà il Mongol Rally... con una Panda

Lunedì 15 Luglio 2019 di Alberto Zuccato
Enrico Zecchin. Il padovano di 27 anni che affronterà il Mongol Rally con una Panda
Il gusto del viaggio e dell'avventura, Enrico Zecchin l'ha sempre avuto. Questa volta però sta per andare oltre. Nato a Bovolenta (Padova) 27 anni fa, Zecchin si appresta infatti a disputare il Mongol Rally con una Panda del 2002. Il Mongol Rally, che si disputa dal 2002, è non competitivo e a scopo di beneficenza, non è previsto un premio per i primi arrivati, l'organizzazione non fornisce alcun tipo di assistenza tecnica, organizzativa o medica durante il percorso. Per poter partecipare a questa impresa, il ventisettenne si è perfino licenziato dal lavoro.
Ma andiamo con ordine. Come nasce questa passione? «Nasce dopo la scuola superiore dice Enrico - una prima esperienza l'ho avuta andando in Australia; successivamente ho continuato a viaggiare completamente da solo:  Islanda estate 2014 con auto a noleggio, Sud America da Ushuaia al Machu Picchu nell'inverno 2015 con mezzi pubblici, Birmania-Thailandia-Cambogia inverno 2017 sempre con mezzi pubblici, Scozia questa primavera con auto a noleggio, ma anche Cuba, Nuova Zelanda, Giordania, Alaska, Egitto, Sri Lanka, Stati Uniti e India, dove ho conosciuto Chiara Siciliani Aloe, una ragazza di Roma che farà il Mongol Rally con me. La nostra partecipazione è stata completamente autofinanziata, non abbiamo sponsor e c'è anche da fare della beneficenza, che è di mille sterline. Cosa che sta bene sia a Chiara, che è laureata in Giurisprudenza e che darà gli esami per diventare magistrato, che a me».

EVENTO MONDIALE
Sì, ma l'idea di prendere parte a questo rally, come nasce? «Per caso. Sono venuto a conoscenza dell'evento appunto in uno dei miei viaggi, mi hanno detto che si trattava di un evento mondiale; da lì è scattata la scintilla. Avevo in mente di andarci l'anno prossimo, ma lo scorso inverno, durante una gita a Roma ho ritrovato Chiara che mi ha dato la sua disponibilità, ma per quest'anno. Così ho comperato la Panda del 2002 e iniziato a organizzare la cosa»

Perché un'auto così piccola e vecchia? «Perché le strade in Mongolia sono più che altro piste in terra battuta e le auto più grosse non ci passano. Per regolamento devono avere più di 10 anni. Forse perché il 50 per cento non completa il percorso e rimangono dove sono perché non c'è assistenza durante il percorso: non sono un meccanico, ma mi arrangio, ho manualità. Porterò con me pezzi di ricambio di ogni genere oltre ad attrezzatura varia per fronteggiare gli imprevisti e due taniche da venti litri di benzina. Però se l'auto si guasta in un luogo dove può venire recuperata, la portano in Lettonia e, volendo, la si può riportare a casa con il treno. Non è troppo comodo a dire il vero, speriamo che la Panda non ci tradisca».

OSTELLI E TENDA
«Partiremo giovedì prossimo da Pernumia per andare a Praga dove il 22 c'è la partenza. L'arrivo è a Ulan Ude, nella Siberia orientale; in teoria si dovrebbe arrivare per il primo di settembre. L'itinerario toccherà 18 nazioni per un totale circa di 25 mila chilometri: Italia, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia, Ucraina, Polonia e Russia. Il percorso non è uguale per tutti: si può scegliere, ma rimane invariata la distanza da percorrere e il traguardo. Non è stato semplice ottenere i visti di ingresso in paesi come Turkmenistan, Tajikistan, Russia e Mongolia, oltre al Carnet de Passages obbligatorio per entrare in Iran. Dormiremo sopratutto in ostelli, ma trascorreremo anche parecchie notti in tenda».

Ha detto che l'arrivo è fissato il primo settembre, ma solo in teoria. «Sì perché il traguardo a Ulan Ude viene aperto il 14 agosto e lo rimane fino al 16 settembre. La data che ho indicato è quella che secondo le previsioni di Chiara e mie dovrebbe andare bene per noi, poi il rientro in Italia entro il 20 di settembre. Sarà una bella avventura. Chiara ed io ci alterneremo alla guida, ma lo stesso su quelle strade non riusciremo a fare più di 450-500 chilometri al giorno. Nessuno dei due ha esperienza in fatto di rally e questo rende ancora più affascinante il tutto. Non ho fatto alcuna preparazione fisica specifica e non vedo l'ora di partire».
Alberto Zuccato 
Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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