La briscola con gli amici e tanta beneficenza, Tombolo piange Ennio Doris: «Ci mancherà un sacco». Sabato i funerali con Berlusconi

Giovedì 25 Novembre 2021 di Angela Pederiva
Ennio Doris, con Silvano Andretta titolare del Bar Centrale di Tombolo
1

TOMBOLO (PADOVA) - L'uomo da 3,7 miliardi di dollari amava giocare a carte, però mai a soldi. Quelli preferiva regalarli, «ma no schèi: euro», puntualizza Roberto Beghetto, un anziano che scoppia piangere come un bambino, non appena sente nominare Ennio Doris: «Un grande uomo, che nella sua vita ha fatto tanto bene per tutti. Ricordo che tanti anni fa mia figlia aveva un brutto male e lui ha telefonato a non so quanti medici, pur di aiutarci a trovare un ospedale per la chemioterapia. Aveva quel modo particolare di essere altruista senza farsi notare. Quando capiva di avere davanti un bisognoso, gli dava la mano come per salutarlo, ma intanto gli lasciava nel pugno una banconota. L'ho visto con i miei occhi, nel negozio del fotografo qui in paese, incontrando un conoscente in difficoltà: un biglietto da 100 gli ha dato».
Di racconti così è straripante Tombolo, 8.200 abitanti nell'Alta Padovana, dove tutto parla del concittadino più illustre.

La chiesa, la sala polivalente, la scuola materna, il bocciodromo: ciò che è stato fatto, o rifatto, è un dono del fondatore di Mediolanum, che nel marchio della sua banca aveva impresso Milano ma nel suo cuore di veneto teneva caro Rondiello.


LE PARTITE

Negli anni in cui Doris era ancora un ragazzo, la sfida di campanile era fra questo borgo e la piazza principale, come ricorda Silvano Andretta, che è stato a lungo il proprietario del bar Centrale. «Quelli di Rondiello erano sempre allegri spiega perché erano poveri ma facevano continuamente festa. Credo che tutta la positività di Ennio sia nata proprio da là, ereditata da suo papà Alberto, che era una macchietta costantemente in vena di scherzi». Anche quand'era ormai diventato un imprenditore affermato, il banchiere batteva il fante all'osteria da Mea, che però poi è stata chiusa. «Così la compagnia si è spostata nel mio locale continua l'ex esercente dove Ennio passava ogni volta che tornava in paese. Qualcuno provava a stuzzicarlo sulla politica, ma lui glissava sulla finanza e sullo sport. Ciclismo prima di tutto: era un grande appassionato di Fausto Coppi e un grande sponsor del Giro d'Italia. Ma gli piaceva anche il calcio. Sapendo che io sono del Toro, mi chiedeva: Ti saluto Cairo?. Pensare che fin da bambino tifava per la Juventus, ma poi per via dell'amicizia con Berlusconi aveva dovuto portare un po' anche per il Milan». Epiche le partite al tavolino, a sgara se erano in quattro («Un gioco con 52 carte, lui le ricordava tutte») e a briscolòn se erano in sei («Due squadre da tre, in cui si rilassava come gregario»).
Rammenta l'attuale gestore Giovanni Pegorin: «Beveva il suo solito caffè, ma poi ordinava anche un vassoio di tramezzini che si portava a casa: ne era molto ghiotto. L'abbiamo avuto qui l'ultima volta prima del Covid, stava ancora bene. Sapevamo che doveva andare prima a Cortina e poi in Sardegna. Ma evidentemente con i problemi di salute è diventato tutto più difficile e purtroppo da allora non l'abbiamo più visto».


LA VILLA

Un tappeto di foglie gialle copre il viale alberato che conduce a villa Doris, dove sabato mattina, 27 novembre, sarà allestita la camera ardente, prima dei funerali alle 14.30 nella parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo. Dentro al municipio, dove la giunta ha deliberato il lutto cittadino e le bandiere sono scese a mezz'asta, è al lavoro la squadra comunale che insieme alla prefettura di Padova e alle forze dell'ordine sta predisponendo un piano per la sicurezza e per la viabilità che ipotizza la presenza di cinquemila persone. Un doloroso grande evento: gli accessi al centro verranno chiusi già alle 13, in cinque punti saranno allestiti i maxi-schermi, sul sagrato verrà montata una tensostruttura perché è prevista pioggia, il servizio di navetta dai parcheggi sarà offerto da Banca Mediolanum.
Cristian Andretta deve sdoppiarsi nei ruoli di consulente finanziario del gruppo e di sindaco con la lista Valore domani, quasi un omaggio a quel C'è anche domani che è stato il motto e l'autobiografia del suo presidente. «Il dottor Doris ci mancherà moltissimo dice il primo cittadino non solo come generoso benefattore, ma anche come guida spirituale. Sì, proprio così: era un motivatore sul lavoro e un ottimista nella vita, con una capacità di guardare avanti che ci azzeccava sempre». Un testamento morale riversato nel cortometraggio commissionato da Mediolanum a Ferzan Özpetek, atteso alle esequie insieme a Silvio Berlusconi e a Fedele Confalonieri, con un titolo che è già un epitaffio: L'uomo che inventò il futuro.
 

Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci