Tombolo. Ennio Doris iscritto al Famedio, il pantheon dei milanesi illustri

Massimo Doris: «È una grandissima soddisfazione per la famiglia Doris e per tutta Mediolanum»

Giovedì 3 Novembre 2022 di Michelangelo Cecchetto
Ennio Doris

TOMBOLO - Sembra ancora impossibile non vederlo più al bar Centrale oppure alla messa domenicale. Viaggiava il mondo, ma appena poteva tornava nella natia Tombolo, tra gli affetti di sempre. Una profonda perdita umana e imprenditoriale quella di Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum, scomparso il 24 novembre dell'anno scorso a Milano, città dove ha sede l'azienda. Proprio Milano ieri, come da tradizione, ha reso omaggio a 14 cittadini che con la loro attività e le loro opere hanno dato lustro alla città e per questo sono stati iscritti al Famedio, il pantheon dei milanesi illustri, nel cimitero monumentale della città. Tra loro anche Ennio Doris. Alla cerimonia erano presenti la vedova Lina Tombolato, il figlio Massimo Antonio e la figlia Annalisa Sara.

Padovano e veneto, ma anche milanese Ennio Doris. A sancirlo l'importante riconoscimento la cui cerimonia si svolge da tradizione nel giorno della commemorazione dei defunti. «Una onoranza riconosciuta per aver contribuito con le sue idee ad aumentare il prestigio della città e la sua centralità nel servizio creditizio italiano ed europeo», indica la motivazione. La scelta dei milanesi ritenuti illustri per il famedio è attentamente valutata. «Un riconoscimento inaspettato. Essere qui al Famedio significa che mio padre ha fatto veramente qualcosa importante - ha detto Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum - È una grandissima soddisfazione per la famiglia Doris e per tutta Mediolanum. Un ringraziamento al Comune di Milano». La cerimonia di scoprimento della lapide dei nuovi benemeriti è stata aperta dal sindaco di Milano Giuseppe Sala.

I criteri

«I nuovi iscritti al Famedio rappresentano la pluralità valoriale, culturale, politica e sociale che sorregge Milano - ha commentato la presidente del Consiglio comunale del capoluogo meneghino Elena Buscemi - Le loro biografie rinnovano un messaggio senza tempo, che tutta la città condivide: la forza di Milano sono i valori realizzati nelle azioni delle e dei milanesi. Occorre prendere esempio dalle loro vite al fine di proseguire la trasformazione di Milano nel segno di progresso e innovazione».

I criteri di ammissione al Famedio rispondono a un regolamento definito nel 1884 e in parte modificato nel 1904, che fissa a tre le categorie dei cittadini considerati degni di passare alla storia. Sono gli illustri per meriti letterari, artistici, scientifici o atti insigni, i benemeriti che per virtù proprie hanno recato benefici e fama alla città e i distinti nella storia patria che hanno contribuito all'evoluzione nazionale. Per ricevere gli onori del Famedio non occorre esservi tumulati, molti dei personaggi ricordati sono sepolti in altre zone. Ennio Doris è nella tomba di famiglia a Tombolo. Oltre a lui, sono stati iscritti al Famedio Leonardo Del Vecchio, Maria Nives Iannaccone, Valentina Crepax, Fernanda Enrica Leonia Vigo, Miranda Rossi, Valentina Cortese, Luisa Pronzato, Valerio Onida, Carlo Smuraglia, Riccardo Terzi, Salvatore Veca, Alessandro Mendini e Franco Quadri. 

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