Il cacciatore di hacker: «Con la pandemia aumentati i rischi nella navigazione in rete»

Lunedì 17 Maggio 2021 di Iris Rocca
Alfredo Salmaso esperto informatico dell'Agenzia europea per la Cybersicurezza


PADOVA - Nome: Alfredo Salmaso. Classe: 1986. Città: Albignasego, Bruxelles, Lussemburgo, ora Atene. Professione: cervello in fuga dopo la laurea in Scienze politiche. Ora in forze all’agenzia dell’Unione Europea per la Cybersicurezza, l’Enisa. Dal 2020 l’informatica ha smesso di essere relegata al lavoro o allo svago, entrando prepotentemente nelle case di tutti attraverso lo smart working, la didattica a distanza, le videochiamate, ma anche gli acquisti in rete di farmaci, spesa, delivery per cena. A fronte di un continuo scorrere di informazioni e codici, le maglie della tutela dei dati rischiano di allentarsi. «L’agenzia per la Cybersicurezza fornisce consulenza e assistenza alla sicurezza informatica degli Stati membri e ai loro organismi e contribuisce alle politiche informatiche dell’Unione – spiega Salmaso - condividendo le conoscenze, rafforzando le capacità e sensibilizzando l’opinione pubblica, mantiene al sicuro in rete la società europea e i cittadini.

Questo ha bisogno di un coordinamento europeo vista la complessità del mondo digitale, con dati che viaggiano su rete globale. Io sono un assistente della comunicazione: con il mio team delineo le campagne d’informazione dell’agenzia, come il Mese europeo della Cybersicurezza, o la disseminazione di studi dei nostri esperti».

PERICOLI IN AUMENTO

Se il Covid-19 ha aumentato il traffico digitale, lo stesso si può affermare per i rischi legati. «Dall’inizio della pandemia, sono cresciuti del 667% gli attacchi di phishing per e-mail – sottolinea Salmaso – missive con informazioni sul Coronavirus invitano ad entrare in un link o aprire un allegato e, come per un’infezione reale, toccando queste e-mail si rischia di scaricare un virus, o concedere dati personali, utili a criminali per chiedere un riscatto o rubare informazioni». Enisa si occupa soprattutto di macroambienti: analizza situazioni e propone pratiche per minimizzare i rischi da incidenti informatici, specialmente per infrastrutture essenziali come reti ferroviarie, energia o telecomunicazioni. «Recentemente un incendio ad un cloud center in Francia ha compromesso migliaia di siti. Nel mondo digitale ci sono connessioni che neanche immaginiamo, per cui migliori e più condivise sono le regole che ci diamo, più facile sarà evitare problemi. Raccogliamo gli incidenti creando una panoramica di rischi e possibili attacchi da prevenire, elevando gli standard di sicurezza dei prodotti informatici». Ora tra i temi più dibattuti vi è la sanità e le informazioni gestite da ospedali e enti di settore. Per questi è aumentato il rischio di attacchi informatici che rubano dati o bloccano sistemi per chiedere un riscatto.

«Ciò può avere ripercussioni su pazienti o operatori e mettere a rischio vite umane – spiega Salmaso – qui sempre più sistemi e macchinari lavorano in rete, perciò va protetto non solo il computer centrale, ma il flusso di dati e i piccoli dispositivi. Ad esempio, il wi-fi dei dipendenti non deve essere lo stesso che è aperto al pubblico: è un’accortezza importante per tutte le aziende». Ma anche i piccoli utilizzatori della rete necessitano di suggerimenti per difendere i propri dati. «Consigliamo di riflettere prima di cliccare. Attenzioni minime: non usare sempre la stessa password, farsi venire qualche scrupolo prima di aprire e-mail e siti di dubbia provenienza, usare il sesto senso se compaiono immagini hard o denaro facile, leggere le clausole di abbonamenti, app, social». Su questi ultimi, poi, la questione si fa spinosa: «Meglio non raccontare le proprie abitudini: casa, vacanze, percorsi abituali. Queste informazioni possono consentire di sorvegliarci, rubarci l’identità o mettere in atto rapine. O, semplicemente, essere usate contro di noi per offenderci o molestarci. Fenomeni come cyberbullismo o revenge porn sono in espansione e solo una seria educazione digitale ed etica può invertire questo trend». Ad un professionista del web partito da Albignasego per raggiungere l’Europa, le offerte di lavoro non mancheranno. «La vita in azienda non faceva per me. Ho ricevuto “la chiamata” – scherza Salmaso. – voglio sentirmi utile per la collettività e sostenere il progetto europeo. Forse è un concetto ancora distante per noi italiani, tuttavia siamo già in molti a riconoscerci nei suoi valori e a voler contribuire positivamente ad un futuro collettivo e unito».
 

Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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