"Squadre volanti" con l'ex ministro Kyenge per il voto in quarantena

Lunedì 21 Settembre 2020 di Camilla Bovo
"Squadre volanti" con l'ex ministro Kyenge per il voto in quarantena
MONSELICE - È toccato alla Polizia Locale di Monselice, in quanto operativa nel territorio comunale in cui insiste l’unico Covid Hospital della provincia padovana (il Madre Teresa di via Albere), organizzare il servizio per assicurare il diritto di voto alle numerose persone ancora costrette a stare in quarantena a causa del Covid-19 e impossibilitate, quindi, a recarsi autonomamente ai seggi. Nel gruppo di lavoro messo assieme dal comandante Albino Corradin spunta un nome illustre: quello dell’ex ministra Cécile Kyenge, che, pur essendo residente fuori regione, ha dato la propria disponibilità ad essere arruolata come presidente nei seggi volanti. L’ex ministro, e come lei altri due volontari, si è così prestata a vigilare sulla regolarità delle operazioni di voto in questo contesto così particolare.
IL TERRITORIO
Dall’ultimo Comune del Montagnanese al Piovese, passando per il Conselvano e il centro di Padova e giungendo infine al Cittadellese, il lavoro svolto dagli agenti e dai volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana coordinati dal Coc, il centro operativo comunale, è stato davvero enorme. Ci sono volute settimane di preparazione per approntare minuziosamente il programma della prima giornata di voto per questa “unità speciale”, avendo cura di raggiungere ogni avente diritto al voto in quarantena, studiando il territorio e gli indirizzi, misurandosi con alcune vie poste in mezzo alle campagne e civici non segnati. E soprattutto predisponendo tutte le misure di sicurezza per tutelare la salute di agenti e volontari. «Complessivamente abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro costituito da trenta persone, tra agenti di Polizia Locale, volontari coordinati dal Coc e i tre presidenti di questi seggi volanti, tra cui l’ex ministro Kyenge – spiega il comandante della Polizia Locale di Monselice, Albino Corradin – .I cittadini in quarantena che hanno chiesto di poter esercitare il diritto al voto sono circa 65, ma non essendo stato previsto un limite di tempo per avanzare la richiesta il numero continua a salire e a volte dobbiamo tornare sui nostri passi, riattraversando Comuni già visitati».
A rendere tanto più complessa l’intera operazione sono i tempi tecnici di vestizione. «Ciascuna persona che entra nelle abitazioni di cittadini in quarantena deve essere ovviamente equipaggiata con tutto il necessario: tuta, calzari, mascherina, copricapo – spiega ancora il comandante Corradin – Una volta all’interno si procede con il voto, ma poi, appena usciti, ci si deve spogliare completamente, mettendo ogni capo in appositi sacchetti. Per ogni voto servono quindi tra i 35 e i 40 minuti e a questi si aggiungono i tempi di spostamento per andare da una casa all’altra, da un Comune all’altro».
LE SQUADRE
L’unità speciale è divisa ovviamente in squadre, nelle quali sono state arruolate pattuglie da tutta la provincia, anche dalla città e dall’Alta Padovana. «Abbiamo attivato collegamenti radio per coordinarci - conclude Corradin –. Lo sforzo per organizzare tutte le pattuglie è stato notevole, persino prenderci una pausa per mangiare un panino ha richiesto una pianificazione particolare».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci