Elezioni dei sindaci, le manovre del centrodestra in Veneto: accordo su Verona. Via libera a Peghin a Padova

Mercoledì 26 Gennaio 2022 di Gabriele Pipia
Elezioni dei sindaci, le manovre del centrodestra in Veneto

I riflettori sono puntati su Roma, ma per la Liga veneta le grandi partite si giocano sull'asse Verona-Padova. E così, tra una votazione e l'altra per il presidente della Repubblica, i vertici del partito sono incollati al telefono per limare i dettagli del doppio accordo con Fratelli d'Italia. La trattativa per la ricandidatura di Federico Sboarina a Verona ha avuto una netta accelerazione: l'accordo sarà definito nei prossimi giorni e sbloccherà anche lo stallo legato a Padova, dove l'imprenditore Francesco Peghin è pronto a lanciarsi nella sfida elettorale di primavera con il sostegno dell'intero centrodestra.

Il doppio annuncio è atteso nel giro di una settimana e potrebbe portare un po' di quiete all'interno di un partito minato da forti tensioni interne.


Elezioni a Verona

Tutto ruota attorno a Verona, dove l'obiettivo-principe è mantenere il governo della città scongiurando che il grande nemico Flavio Tosi eroda troppi voti con la sua corsa da civico. Fratelli d'Italia ha messo sul tavolo la ricandidatura dell'attuale sindaco Federico Sboarina e l'accordo di massima sarebbe stato trovato sulla base di quattro punti. Primo: un vicesindaco leghista doc, da presentare fin da subito in ticket con Sboarina. Secondo: la garanzia che al prossimo giro il candidato sarà proposto dalla Lega. Terzo: metà giunta dovrà avere i colori del Carroccio. Quarto: il prossimo presidente della Provincia sarà un leghista. La Lega ha anche chiesto che il programma punti forte sulla sicurezza e su investimenti di ampio respiro, pretendendo poi che ogni scelta importante del sindaco venga concordata con la segreteria provinciale. Negli ultimi giorni ci sono stati ripetuti incontri tra gli sherpa leghisti e i colleghi di FdI. L'accordo è in via di definizione e ora all'interno della Lega sono già scattate le manovre interne per individuare il candidato vicesindaco. Ieri tra Roma e Verona rimbalzavano tre nomi: Roberto Mantovanelli (presidente del Consorzio Acque Veronesi), Federico Bricolo (ex capogruppo al Senato e oggi responsabile elettorale per queste amministrative) e Nicolò Zavarise (segretario provinciale).


Elezioni a Padova

A ottanta chilometri di distanza, nella sua casa nel cuore di Padova, Francesco Peghin aspetta. L'ex numero uno di Confindustria Padova a giorni lancerà ufficialmente la sua sfida al sindaco Sergio Giordani. Si presenterà da solo, forte della sua storia civica, aspettando la convergenza di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Proprio la scelta di Peghin ha fatto scoppiare un incendio interno alla Lega e a distanza di dieci giorni molte fiamme restano accese. Tutto nasce da queste parole di Marcello Bano, sindaco di Noventa Padovana, a Telecittà: «Ci sono scelte calate dall'alto che gli amministratori mal digeriscono. Nessuno chiede a noi chi vedremmo bene come candidato? Di sicuro per me non può essere una brutta copia di Giordani». Bano ha aperto il fronte, il consigliere regionale Boron ha rincarato la dose e giovedì scorso i vertici veneti del partito si sono riuniti per discutere dell'espulsione del sindaco. Presenti Luca Zaia, Alberto Stefani, Erika Stefani, Nicola Finco, Lorenzo Fontana, Roberto Marcato e Massimo Bitonci. Si votava l'apertura del procedimento disciplinare da spedire poi alla segreteria federale di via Bellerio: tutti hanno espresso parole di condanna per l'uscita di Bano, ma Marcato ha votato contro l'espulsione proponendo sanzioni più lievi. Zaia ha cercato di mediare chiedendo di valutare se convocare Bano prima o dopo l'apertura del procedimento (ma per statuto verrà convocato direttamente a Milano). «Non ho ricevuto comunicazione in merito ma ripeto quanto detto - commenta Bano - Il problema non è Peghin ma è più profondo. La base vuole andare ai congressi ed essere coinvolta nelle decisioni. Servono segretari eletti, non commissari». E se sarà espulso? «Ho la tessera da 12 anni, resterei comunque leghista e sarei a disposizione».

Sull'altra sponda del Brenta il sindaco Sergio Giordani lavora a dieci liste (tra cui una civica con dentro diversi eroi della pandemia) e attende che Coalizione Civica annunci l'appoggio. Il popolo arancione, seconda forza di governo dopo il Pd, ha perso il vecchio leader Arturo Lorenzoni e stasera si riunirà in assemblea per decidere da che parte stare. Tutto lascia pensare all'appoggio a Giordani al primo turno. Tra una settimana sarà già campagna elettorale.

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