Lega, elezioni per la segreteria provinciale. Si candida Giraldo (sindaco di Brugine): «Bisogna seguire la strada di Zaia»

Domenica 18 Dicembre 2022 di Alberto Rodighiero
IN CORSA Michele Giraldo tra Boron e Rettore

PADOVA - «Sono orgoglioso di non essere espressione dei vertici della Lega, perché i partiti sono fatti soprattutto dalla base e, senza base, non potrebbero esistere i vertici». Michele Giraldo, 39 anni, sindaco di Brugine (al secondo mandato), nella vita fa il geometra e della famiglia ha un concetto un po’ allargato: «Considero tutti i 7000 residenti di Brugine miei figli». Cenni biografici a parte, Giraldo si presenta alla sfida della segreteria provinciale come l’inseguitore. I pronostici, infatti, dicono che a spuntarla dovrebbe essere Nicola Pettenuzzo (sindaco di San Giorgio in Bosco) che può contare praticamente sull’appoggio di tutti i maggiorenti del Carroccio – dal segretario regionale Alberto Stefani al sottosegretario Massimo Bitonci. La candidatura del primo cittadino del comune della Bassa, infatti, è il frutto di un’assemblea di militanti che una decina di giorni fa si sono autoconvocati a Noventa padovana e che, grazie al passo indietro dei due altri aspiranti segretario, ovvero Fabrizio Boron e Michele Rettore, hanno designato, appunto, Giraldo. Una candidatura che può contare sulla “benedizione” dell’assessore regionale alle Attività produttive Roberto Marcato che, l’altro giorno, ha insistito sulla diversa natura delle due candidature in corsa per il “provinciale”. Marcato, infatti ha ribadito il fatto che Pettenuzzo è stato presentato direttamente da Stefani, di conseguenza è espressione dei vertici del partito. La candidatura di Giraldo sarebbe invece, il frutto della mobilitazione spontanea di un’ottantina di militanti che si sono autoconvocati perché per la Lega, anche a Padova, vogliono un futuro diverso rispetto al presente e al recente passato. Non solo. La sua elezione andrebbe a premiare un territorio, quello della Bassa padovana, che fino ad oggi è sempre stato sottorappresentato rispetto all’Alta e alla città.

Se questo non dovesse bastare, Giraldo è stato rieletto nel suo Comune con l’80% dei consensi.

I pronostici, a quanto pare , giocano a suo sfavore. Come affronta questa sfida? Riesce a essere ottimista?
«Certo che sono ottimista. Chi parte pessimista ha già perso in partenza e io non partecipo così tanto per fare. Ho tutta l’intenzione di giocarmela fino in fondo».
Che impressione le fa che praticamente tutti i vertici della Lega siano schierati con il suo sfidante?
«Ne sono orgoglioso. L’ossatura di ogni partito e della Lega in modo particolare, è fatta dalla base, quindi dai militanti. Di conseguenza, mi riempie di orgoglio che la mia candidatura sia nata dal basso a che abbia come scopo proprio quello di dare voce a chi non ha incarichi di vertice. Dirò di più, senza la base non possono esistere i vertici».
E a Pettenuzzo cosa vuole dire?
«Nei suoi confronti nutro il massimo rispetto e, quindi, mi limito ad augurargli buona fortuna».
A fare da sfondo a questi giorni pre congressuali c’è la polemica sul passaggio all’ultimo momento di 50 nuovi militanti che, in questo modo, voteranno per il nuovo segretario.
«Sinceramente si tratta di una polemica che non mi appassiona e di cui non voglio occuparmi».
Nello sport e, anche nella vita, i pronostici a volte vengono disattesi. Se questa sera dovesse essere eletto segretario, quali saranno i primi provvedimenti che metterà in campo?
«Vanno rivitalizzate, valorizzate ed eventualmente riaperte le sezioni presenti sul territorio. Per quel che riguarda, invece, la designazione dei candidati a sindaco, consigliere regionale e parlamentare si deve far ricorso alle primarie. Lo ripeterò fino allo sfinimento: anche i candidati devono essere l’espressione della base».
E le priorità della Lega , quali dovrebbero essere?
«Il partito deve ritrovare la sua anima, tornare a dialogare con il territorio. Per essere più chiari: va seguita la strada indicata da Luca Zaia, diversamente si proseguirà lungo la via del declino. Detto questo, la nostra stella polare deve tornare a essere l’autonomia. Un’istanza che deve essere portata avanti anche dal governo Meloni. E non possiamo accettare che se ne discuta a fine legislatura. Di autonomia si deve parlare subito e la nuova legge deve arrivare in tempi stretti. Diversamente un vero cambiamento diventerà molto difficile, se non impossibile».

Ultimo aggiornamento: 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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