Lega a congresso dopo il voto, Favero possibile candidato segretario: «Sono a disposizione»

Cento iscritti voteranno il segretario cittadino e c'è chi vuole l'ex capogruppo

Giovedì 29 Settembre 2022 di Gabriele Pipia
Davide Favero, possibile candidato segretario

PADOVA - Sono divise su tutto: sulle cause della sconfitta, sulle responsabilità dei vertici e sulla strada da imboccare per la risalita. C'è una stessa frase però che le due anime opposte della Lega padovana ripetono senza indugi «Andiamo a congresso». Il confronto interno arriverà nel giro di un mese e ormai nessuno si nasconde più. È arrivato il momento di iniziare ad organizzare le truppe per contarsi e pesarsi. «Sì, la sezione di Padova andrà a congresso attorno alla fine di ottobre - conferma il commissario cittadino Massimo Bitonci -.

Sarà chiamato al voto il nostro centinaio di iscritti. Verrà scelto un nuovo segretario che prenderà il mio posto e sarà eletto anche un nuovo consiglio direttivo».

Le due sponde

Il clima è pesantissimo. I dissidenti hanno ottenuto la possibilità di fare il congresso invocato da più di un anno ma ora temono che a partecipare saranno «tanti militanti iscritti solo sulla carta, gente che non ha mai fatto una campagna elettorale in strada con noi». La loro paura è che il congresso sarà «un falso esercizio di democrazia». Su questo punto l'ex sindaco Bitonci risponde prontamente: «Parlare di congressi-farsa è irrispettoso nei confronti di chi ha la possibilità di votare. Se chi viene eletto non è allineato con loro, devono prenderne atto...».

Le strategie

Gli schieramenti in campo sono chiari. Da un lato il trittico di fedelissimi di Matteo Salvini composto da Alberto Stefani, Massimo Bitonci e Andrea Ostellari (fa parte di questa sponda anche la capogruppo Eleonora Mosco) mentre dall'altro ecco le voci critiche di due big del partito come Roberto Marcato e Fabrizio Boron assieme a quelle diversi militanti che in questi giorni stanno sfogando anche pubblicamente tutta la loro rabbia. L'ala bitonciana è convinta di avere i numeri per vincere il congresso e già nei mesi scorsi aveva pensato di candidare come segretaria l'avvocato Federica Pietrogrande, presidente del Consiglio comunale ai tempi dell'amministrazione Bitonci. Il suo nome circola da tempo ma dovrà essere lei a dare l'eventuale disponibilità e per ora tutto è congelato. Intanto sono stati messi sul tavolo altri nomi che però rimangono segreti.

Il nome di Favero

Sull'altro fronte il nome caldo è quello di Davide Favero, odontoiatra di 35 anni tesserato dal 2010 già capogruppo dal 2014 al 2016 e oggi anche docente all'istituto Cortivo e vicepresidente del conservatorio Pollini. «Candidarmi a segretario non era nei miei programmi ma se c'è da assumersi delle responsabilità io non mi tiro certo indietro - spiega con toni concilianti -. Dico subito però che non mi metterei mai contro un'altra frazione, per poi magari vincere e trovare una fazione spaccata. Sarei disponibile solo se la mia figura potesse rappresentare un punto d'unione. Dopo che il mio nome è comparso sul Gazzettino più di una persona mi ha chiamato, vediamo». Subito dopo l'esito del voto lo stesso Favero non era stato tenero su Facebook: «Se servirà a smettere con i cappellini su Tik Tok, con lo scimmiottare i partiti di destra (...) e magari anche a tornare ad ascoltare i territori, beh...Un 9% al fiele potrebbe anche essere delizioso». Su di lui nell'ala bitonciana non ci sono commenti al miele, anzi. La reazione alla sua possibile candidatura è accompagnata da una risata sarcastica: «Ma se non l'abbiamo più visto nemmeno ad un banchetto» mormorano alcuni fedelissimi del commissario.

La base

Una fetta di militanti però vedrebbe di buon occhio un nome come quello di Favero e intanto continua ad esprimere tutto il malumore. Se Roberto Marcato è stato il primo a rompere la diga urlando quello che non va nel partito, ora a quel fiume in piena vanno aggiunte le parole di una storica militante come Vanda Pellizzari: «Il risultato è addirittura peggiore del previsto. Già da tempo il malcontento della gente era palpabile: troppe decisioni prese dall'alto senza condivisione della base. I militanti che sempre si impegnano sul territorio con passione e dedizione, devono essere ascoltati e coinvolti in ogni decisione che il partito prende. Le responsabilità ci sono e sono convinta che si sarebbe potuto fare meglio se solo si fosse ascoltata la voce di chi è sempre tra i cittadini. Basta con le decisioni prese dalle solite persone». La Lega arriva a congresso così. Un mese alla resa dei conti.

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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