Il caso Vigonza scuote la Lega, parla Roberto Marcato: «Sbagliato il metodo»

Giovedì 23 Giugno 2022 di Gabriele Pipia
Roberto Marcato
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PADOVA - Roberto Marcato è un politico che pesa ogni parola.

Non interviene spesso sulle dinamiche interne al partito, ma quando lo fa manda messaggi chiarissimi. Come in questo caso. «Nella Lega padovana sono stati commessi tanti errori, è ora di voltare pagina senza cercare scuse» rimarca l'assessore regionale allo Sviluppo economico, il più votato del Veneto alle ultime elezioni regionali.

La nomina del commissario provinciale Marco Polato come assessore esterno del Comune di Vigonza ha scatenato nuove polemiche. Cosa ne pensa?
«Penso che in provincia di Padova non avevamo bisogno di ulteriori criticità dopo l'esito elettorale delle ultime amministrative».

Qual è la sua opinione sul caso Vigonza?
«Nulla da dire sul nome. Marco Polato è un leghista vero, una persona preparata e per bene. Il problema è il metodo, sicuramente sbagliato».

Per quale motivo?
«La sua nomina dà adito a tensioni locali in un momento in qui il partito è già provato dal risultato elettorale di Padova. E il messaggio che passa soprattutto per i nostri giovani non è bello. Pare che il ruolo di segretario o di commissario non sia più un ruolo di rappresentanza del partito ma diventi propedeutico per avere un incarico. Lo abbiamo visto in passato con i segretari provinciali che sono diventati tutti parlamentari e lo vediamo ora con questi commissari».

Lei cosa propone?
«Io sono sempre stato un assertore del cursus honorum. È importante che il militante faccia tutto il percorso all'interno del partito. Lo dice uno che di gavetta ne ha fatta tanta: è una condizione necessaria per avere una classe dirigente solida, forte e attaccata ai valori del partito. Quando ero segretario provinciale della Lega Nord anziché essere premiato ero stato sfiduciato due volte dai tosiani e sono stato commissariato due volte da Tosi. Poi mi sono candidato in Consiglio comunale a Padova e sono stato eletto. Altro che spalle larghe, mi sono fatto due portaerei...».

I ribelli Boron e Bano si sono appena scatenati. «Polato è stato catapultato lì senza grandi meriti», dicono.
«Parlo a livello generale: purtroppo in politica capita spesso, da tempo. Sta a noi trovare risposte giuste...».

Altra accusa. «Chi comanda sta distruggendo il partito».
«Io posso solo dire che mi arrivano tanti messaggi di militanti scontenti, è del tutto evidente che a Padova ci sia una situazione che va affrontata. Il nostro risultato e il sorpasso di FdI parlano chiaro. Lo si è visto anche ai gazebo. Io ne ho fatte tante di campagne elettorali a Padova, ma questa è stata particolarmente atipica».

A proposito di militanti, ha pubblicato sui social una foto con Vanda Pellizzari appena rimasta esclusa dal Consiglio tra le polemiche interne...
«Mi sembrava giusto rendere omaggio ad una donna che è sempre stata in prima linea in questi anni. Per la sua abnegazione, il suo impegno e la sua serietà».

È stato sbagliato qualcosa anche nella composizione delle liste?
«Sarebbe sbagliato dirlo adesso. Con il senno poi siamo tutti dei geni e dei politologi, ma la schedina del Totocalcio purtroppo non si fa il lunedì. Detto questo, è evidente che qualcosa non ha funzionato».

E adesso?
«Adesso non dobbiamo fare l'errore mortale di trovare scuse. Serve una seria analisi. È giusto mettersi tutti in discussione».

Sta pensando ad un cambio dei vertici del partito?
«È necessario anzitutto capire cos'è successo, è troppo facile individuare solo un nome per dare una colpa. Non basta cambiare allenatore se poi squadra e sistema di gioco restano gli stessi».

Il commissario Stefani invita all'unità e chiede di evitare polemiche...
«Non c'è alcuna polemica, davanti ad un risultato così eclatante c'è solo l'obbligo di interpretare il sentimento popolare. Io vengo subissato di messaggi di leghisti delusi».

Quali errori sono stati fatti in campagna elettorale?
«In realtà non era facile immaginare una campagna elettorale molto diversa. Il problema non è stato quello...».

Qual è stato, allora?
«Nel momento in cui il sindaco uscente è un civico, imprenditore ed ex presidente del Calcio Padova è davvero giusto candidare un avversario che è un civico, imprenditore ed ex vicepresidente del Calcio Padova?».

Lo chiediamo a lei...
«Per carità, se la scelta è quella di candidare un civico Peghin va benissimo. Ma io preferisco i candidati politici».

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