Eleonora rifiutò la chemio, genitori in appello. L'avvocato: «Non ci fu nessun plagio da parte loro»

Giovedì 3 Settembre 2020 di Marina Lucchin
Eleonora Bottaro
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PADOVA - Il ricorso dei coniugi Bottaro verrà discusso in Corte d'Appello il 12 novembre. I genitori di Eleonora sono stati condannati in primo grado perché giudicati colpevoli dell'omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento per non avere sottoposto a chemioterapia la figlia, all'epoca diciassettenne e malata di leucemia. La difesa, impostata dall'avvocato Raffaella Giacomin che rappresenta Lino Bottaro e la moglie Rita Benini, residenti a Bagnoli di Sopra, punta tutto sulla decisione del Gip che aveva sentenziato per il proscioglimento dei genitori di Eleonora.

L'APPELLO
Lino Bottaro e Rita Benini non hanno mai accettato il verdetto del giudice Marina Ventura, che li aveva condannati a due anni a testa, pena sospesa, forti anche della prima decisione del Gip Mariella Fino che li aveva prosciolti, decretando il non luogo a procedere. 
Il loro legale ha preparato il ricorso in Appello puntando tutto proprio sulla sentenza di proscioglimento, in netto contrasto con la sentenza di condanna. «L'istruttoria dibattimentale con il giudice Ventura - evidenzia l'avvocato Giacomin - non ha aggiunto nulla rispetto a quella con il gip Fino. Semplicemente c'è solo stata una interpretazione diversa. Ovviamente noi non condividiamo la tesi del giudice Ventura. Questo perchè non c'è stato nessun plagio da parte dei genitori verso Eleonora, che era una ragazza di 17 anni e mezzo, capace di decidere per se stessa».


 
GIOVANE ADULTA
C'è poi la maturità della giovane, anche in questo caso elemento fondamentale per la difesa. «Eleonora non era un soggetto debole, facile da plagiare, e questo è dimostrato dalle indagini della procura che hanno fatto emergere come la ragazza sapesse il fatto suo e avesse la sua autonomia decisionale. A tal proposito gli amici scout e i compagni di classe ci sono venuti a dire che Eleonora aveva il suo carattere e spesso era in contrasto con i genitori su alcune problematiche della vita».

PATRIA POTESTÀ
In tutto questo, inoltre si inserisce anche la questione della patria potestà: il professore Paolo Benciolini fu nominato tutore della ragazza dal Tribunale dei minori il 26 marzo del 2016 quando i coniugi Bottaro hanno avuto sospesa la potestà genitoriale, per cui non potevano più decidere sulle sorti della figlia. «Benciolini non ha mai firmato il protocollo di cura chemioterapica perché Eleonora era contraria - evidenzia l'avvocato - Come si può dunque accusare i genitori di omicidio colposo quando la loro potestà genitoriale era sospesa? Anche quando fu portata a Bellinzona in Svizzera Eleonora non è stata curata perché il tutore non aveva firmato il consenso. Incolpare i genitori di omicidio colposo, in questa situazione, è assurdo».
 

Ultimo aggiornamento: 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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