Il cantore dei Colli Euganei, Stefano lascia la gestione del locale e gira con... El Bestio

Venerdì 19 Febbraio 2021 di Adriano Favaro
Il cantore dei Colli Euganei, Stefano lascia la gestione del locale e gira con... El Bestio

Stefano Sinigaglia, 47 anni, vive a Faedo di Cinto Euganeo (Padova), 300 persone in tutto. Lasciata la gestione del suo locale gira con El Bestio, un Ape adattato per trasportare vivande: «Offro cibo e bevande e racconto la bellezza di questa natura, le storie dell'eremo degli Olivetani, i percorsi dell'anfiteatro del Venda, il giro della Tana delle Volpi e il bosco dei Maronari».

El Bestio gira tra i colli Euganei.

Lo conduce Stefano, persona serena e accogliente, appassionata di storia e cultura. Nonostante il nome bestio il maschile di bestia, lo usi anche Dante, o lo si trovi nel dizionario storico napoletano come nel vocabolario - marchigiano lui Stefano, El Bestio lo coccola come una creatura. «Con questo ho cambiato vita: basta con lo storico bar Tonetti, il più famoso di Galzignano, che avevo rilevato dal primo proprietario. Era il 2019 avevo deciso di cambiare vita e così basta con quel locale che pure mi piaceva. Ho dato uno sguardo indietro e mi sono rivisto ragazzino con mio nonno mentre camminavamo lungo i sentieri dei colli: e lui mi raccontava le storie della guerra, o come si faceva' il bosco. Mi ha trasmesso la voglia di entrare dentro i Colli: ho studiato la loro geologia, i minerali, animali - dai cinghiali ai lupi - e piante, edifici, cerco sempre storie e notizie; sto rileggendo il bel libro Le parole dei Colli di Antonio Mazzetti».

 
Quando ha mollato per ripartire non si aspettava di essere messo alla prova dall'isolamento del Covid. «Ma mi ero detto: nei Colli devo tornare; e ho messo tutto nei tre metri quadri del furgone Piaggio che mi son fatto costruire. Lì ci sono le mie storie, assieme a soppressa, porchetta, quel po' di vino e birra che servono, pane di giornata; col freddo anche il vino brûlé, lo usavano già greci e romani. E aspetto la gente, a passo Roverella - a mezzo chilometro da Casa Marina, la sede di educazione e didattica ambientale della regione del Veneto Quando si arriva qui si entra nell'atmosfera incantata dei colli».


LE CITAZIONI

Isole in fiore sì, si trovano nel mare della vasta Angoscia scriveva il lirico britannico Percy Bisshe Shelley, mentre Zanzotto ne parla così: Muoversi, formicolare, stare negli Euganei e glissare di là in tutte le direzioni del cosmo, cogliere i possibili della tortuosità di una o di dieci stradine su dieci diversi orizzonti e assaggiare la sana festosità e la pacatezza dei tanti olivi e dei tanti olii sufficienti ad alimentare per sempre lucerne interiori e fluidità di fantasie. E Giuliano Scabia: Uscendo videro tutti i colli, davanti, ondulati verdi. L'orizzonte era molto in là per via della limpidezza. Una nuvola piccola, dorata e di altri colori, saliva velocemente, ariosa, come respirante. Il cielo, per gran parte sereno, sembrava schiudersi per effondere quei nuclei di luce che potrebbero preludere all'apparizione di dèi o angeli.


QUEL NOME

Sì, i colli sono poesia, ma quel nome? «Ah, il giorno che stavano quasi finendo di allestire il furgoncino Piaggio per trasformarlo in un bar con ruote e motore, porto Samuel mio figlio di 13 anni in officina da Boldrin a Este. Papà, mi fa, sembra un bestio. Il nome è nato così». Bestio - per i giovani - è la parola che, tra l'amichevole e il distaccato, usualmente descrive il mezzo che li trasporta, dal motorino alla supermoto, ma anche una bici; o la dimensione straniante di un oggetto. Così Stefano Sinigaglia - 47 anni, vive a Faedo di Cinto Euganeo, 300 persone - ha avviato una nuova vita da cantore randagio dei colli euganei. «Descrivo alla gente questa bellezza della natura nella quale vivo. Offro cibo e bevande e racconto le storie dell'eremo degli Olivetani, seconda metà del 1100, ora restano solo i bellissimi ruderi. Vuole salire? Sì passa di lì, è un po' faticoso ma vale la pena».


Stavolta no, bastano i chilometri del sentiero dell'Alta via N. 1 dei colli Euganei, i percorsi dell'anfiteatro del Venda, il giro verso la Tana delle Volpi e il bosco dei Maronari, che si fa anche in carrozzina. In internet El Bestio è annunciato anche in tedesco; lingua «imparata lavorando all'estero. Mi sono scelto bar o ristoranti dove fossi l'unico italiano, ho fatto il commis di bar in locali importanti, ho lavorato a Saint Moritz e in Germania».


NEBBIA DA LEGGENDA

«Anche se qualche volta la temperatura è vicina allo zero, o arriva una nebbia da leggenda, io sono qui dal mattino fino al tramonto, da mercoledì a domenica. L'ho fatto per amore dei colli». Ora in quel mondo di neve bagnata, fango, umido, cielo franato sulle colline i ciclisti con mountain bike (quelli di O.m.b.r.e - Organizzazione monitoraggio bar e ristoranti colli euganei - lo hanno segnalato «andate a parlare con lui e bere un bicchiere»), i camminatori o qualche operaio e lavoratore delle vigne si fermano per respirare, come facevano i monaci ambulanti del medioevo. Come si vive? «Con un lavoro così mi prendo la giornata. Nell'ottobre del 2019, mi ero fermato a Passo Cingolina. Il primo giorno fui pieno di dubbi, passava solo qualcuno, un saluto e via. Poi la gente è arrivata: volevano una cosa diversa. All'inizio c'era chi mi aveva preso per matto». 


I RIFORNIMENTI

Stefano primo e unico ristoratore-poeta-ambulante dei Colli - non ha mai fatto annunci o pubblicità: «Sono le cose di questa terra che funzionano: i formaggi li prendo vicino al monte della Madonna, il panificio è qui sotto a Torreglia, i vini di Ca' Lustra, e mi concedono anche i pochi metri quadri dei loro terreni dove mi fermo; la porchetta è cotta poco distante. Finito il lavoro a casa trovo 6/700 album di rock progressive, i Pooh, i Police. Libri. Non ho tv. Il mio tempo libero è stare qui a lavorare. Pochi sanno cosa vuol dire alzare gli occhi e trovarsi il monastero degli Olivetani o allungare lo sguardo su quello del Monte Rua e capire la spiritualità di questo posto. Non mi pento di stare qui da solo».

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