Accoltellata dall'ex marito, insulti e ossessioni su Facebook: «Stavo col diavolo»

Mercoledì 11 Maggio 2022 di M.L.
Stefano Fattorelli e Sandra Pegoraro

PADOVA - Dal dolore, all'odio. Dagli insulti al voler passare per vittima, tanto da accusarla di aver tentato lei di ucciderlo, assoldando un killer. Follie di un uomo che trasforma le sue relazioni in un amore tossico. E pochi minuti prima di piantare un coltello nella schiena dell'ex moglie, un enigmatico Ha. Cosa vuol dire, Stefano Fattorelli dovrà spiegarlo ai carabinieri del reparto Operativo, guidato dal colonnello Roberto Grassi, che svolgono le indagini coordinate dal Pm D'Arpa.


La pagina Facebook del cinquantenne veronese è tutta una discesa in una spirale di follia. «Forever. Grazie di esserci stata». È il 20 aprile quando il magazziniere dell'Alì, già condannato per omicidio, posta su Fb la foto con Sandra Pegoraro.

Si sono lasciati e l'uomo lo annuncia così. Passano pochi giorni e Fattorelli ricorda quel posto speciale in cui «una persona mi ha donato la sua vita ed i ricordi non si fermano. Fa male ma bisogna andare avanti».


Eppure nel giro di qualche ora il dolore per la richiesta di separazione si è trasforma in un fiume in piena di rabbia. Alle 6.32 del 29 aprile il 50enne dà sfogo a tutta la sua furia: «Ho avuto una relazione con il diavolo. Questa porcheria non ha limiti, si definisce la persona migliore del mondo e una vittima. Non sbaglia niente, nega sempre e il colpevole è sempre l'altro. Ha fatto un solo errore, per sfiga, gli screenshot delle sue telefonate e messaggi e ora non mi parla più».


E poi via via con sempre più odio. Tre minuti dopo, alle 6,35: «Mi ha dichiarato amore eterno e vengo a sapere ***. Non ha nessuna pietà. Falsa come Giuda» e aggiunge anche che darà nome, cognome e foto a chiunque gliele chiederà in privato. Altri tre minuti. Sono le 6,39 e Fattorello scrive ancora: «Ma che cos'è? La chiamano ***. Ti distrugge economicamente e come persona». Altri tre minuti dopo: «Non si può essere così infami e malvagi. Non riesco nemmeno a reagire. Mi ha usato come un bidone dell'immondizia, anzi peggio».
Nel giro di altri pochi minuti compare un altro post: «Sono stato ad un filo dal pensiero di farla finita e mi sono trovato circondato da amici. Ora ho capito che questa porcheria non merita nulla. Non hai nessun limite ne rispetto».


Per tutta la giornata continua a vomitare sul social tutto il suo odio: «Sto continuando a lavare casa, cosa che lei non ha mai fatto in sei mesi, ma non riesco a togliere l'odore suo».
Il giorno dopo continua: «Sto cercando una faccia per uscire di casa. Qualcuno ne ha due, ma sono da donna. Ok mi passerà». Gli amici cercano di farlo ragionare, gli dicono di smetterla. Forse pensano che stia scherzando. «Invece di scrivere minchiate in Facebook - gli dice uno - vieni al lavoro che poi ti lamenti a fine mese che hai preso poco soldi». Qualcuno cerca di dargli speranza: «La prossima fase sarà quella dove amerai molto te stesso, sei ad un buon punto». Ma lui non li ascolta, continua imperterrito nel suo sfogo senza senso. Una spirale di odio, astio, ira, rabbia, dolore, voglia di vendetta. E la vendetta arriva, intorno a mezzogiorno di ieri. Ultimo post: sono le 12.09: «Ha». Poi affonda il coltello nella schiena di Sandra. Ma questa volta la sua vittima viene salvata. E le manette tornano a cingergli i polsi.
 

Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 21:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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