Il prete e la love story, don Marino "graziato", ma si dimette la sua fedelissima

Lunedì 12 Ottobre 2020 di Gabriele Pipia
Don Marino Ruggero resterà prete ma non più nella sua parrocchia
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ALBIGNASEGO - Una comunità spaccata in due tra malelingue e accuse reciproche, un luogo misterioso dove avviare il percorso rieducativo, le improvvise dimissioni di una donna che lavorava all’asilo parrocchiale. A dieci mesi di distanza quella di don Marino Ruggero continua ad essere una storia ricca di tante storie. Uno scandalo religioso, certo, ma anche una saga di paese. Il giorno dopo il pronunciamento della sentenza da parte del vescovo Claudio Cipolla - il sacerdote padovano rimarrà prete ma dovrà affrontare un percorso di recupero spirituale - i riflettori si riaccendono sulla piccola frazione di San Lorenzo di Albignasego dove dietro le divisioni c’è molto di più. Si celano tensioni e veleni tra famiglie contrapposte, gli stessi veleni che lo scorso febbraio hanno portato pure a quattro denunce per la distribuzione anonima di volantini offensivi e a luci rosse. 
LA DECISIONE
Partiamo dalla notizia più importante. Dopo mesi di indagine a carico dell’ex parroco don Marino Ruggero, accusato di aver violato «l’obbligo del celibato» e di aver tenuto «comportamenti non conformi allo stato clericale», il Tribunale Ecclesiastico ha spedito l’intero fascicolo al vescovo Cipolla che nei giorni scorsi ha deciso: don Marino rimane prete ma deve compiere «un cammino di formazione e un percorso di rivisitazione personale e spirituale». Il sacerdote era stato accusato da alcune famiglie di aver avuto rapporti intimi con una parrocchiana. Sospetti mai confermati e mai totalmente smentiti dal diretto interessato. «Non posso confessarmi coi giornalisti» raccontò a febbraio, a scandalo appena esploso. 
La decisione del vescovo ora ci dice due cose. La prima è che don Marino non è ritenuto totalmente innocente, la seconda è che le colpe non sono considerate così gravi da revocargli lo stato clericale. Le motivazioni della sentenza e le effettive colpe restano però sconosciute e così il paese si divide. «Avete visto? Lo hanno lasciato prete. Non aveva fatto niente di che» dicono i difensori. «No, lo hanno cacciato e lo manderanno in una comunità. Era colpevole eccome» replicano gli accusatori. Tutti contro tutti. 
LA SCUOLA MATERNA
Il percorso di riabilitazione spirituale potrebbe durare alcuni anni e il luogo sarà stabilito dal vescovo. Don Marino taglia corto: «Non posso parlare, la Diocesi non mi autorizza». Contattato su Whatsapp, si limita a inviare una frase sibillina: «Si può sapere come vincere, senza necessariamente vincere». La citazione è di uno storico generale cinese, Sun Tzu. Il messaggio, però, si presta a tante interpretazioni. 
Tra le poche certezze, in questa storia ricca di colpi di scena, c’è l’uscita di scena di una donna amica di don Marino che lavorava nell’asilo parrocchiale. Se ne è andata il mese scorso, dopo una raffica di accuse paesane sul suo conto, e le dimissioni sono state confermate ieri durante la messa dall’attuale parroco don Giovanni Brusegan. Contattato successivamente dal Gazzettino, don Brusegan conferma: «Questa donna si è dimessa con dignità, rispetto ed eleganza. E deve essere considerata tale. A messa ho sottolineato questo».
Don Brusegan è il sacerdote che ha preso le redini della parrocchia nel momento più difficile e che ora è pronto a salutarla per lasciare posto dal primo novembre ad un’altra figura molto nota e stimata come il rettore dell’istituto Barbarigo, don Cesare Contarini. «La comunità sta camminando con serietà e con le fatiche che vengono dopo questi eventi - conferma don Brusegan - Le cicatrici restano e ci vorrà tempo, ma ho incontrato tante persone di buona volontà e il processo sarà portato fino in fondo da don Cesare». È stato proprio don Brusegan il primo a dare comunicazione pubblica delle decisioni del vescovo, alla messa di sabato sera: «C’era bisogno - dice - di mettere un punto esclamativo su questa storia». 
ACCUSE E DIFESE
I grandi accusatori, quelli che hanno fatto scattare l’inchiesta con una quindicina di mail inviate alla Diocesi, speravano che don Marino venisse spretato ma oggi comunque sorridono: «Avete visto? Una relazione ce l’aveva eccome, non meritava di stare qui». Il termometro dei difensori, invece, è dato dalla pagina Facebook “Don Marino ti aspettiamo” che conta 252 seguaci e commenti di questo tenore: «Visto che don Marino è stato graziato, anche se non ha fatto niente ed è solo cattiveria di gente gelosa, voglio esprimergli tutta la mia solidarietà e spero di rivederlo nella nostra parrocchia come parroco». Una delle grandi organizzatrici delle manifestazioni pro don Marino aggiunge: «Continuiamo a sentirlo per una pizza o una birra in compagnia. È stato tutto un complotto contro un don scomodo perché dice quello che pensa. È stata un’ingiustizia e la parrocchia è distrutta. Non c’è più voglia di stare insieme, tanti bambini non vogliono più andare a catechismo». Chi parla, però, chiede di restare anonima. Perché? «Le persone sono cattive e in passato quando ho difeso pubblicamente il don hanno fatto girare la voce che ero una sua amante. Io ho una famiglia». 
Nella lettera letta ieri a messa, il vescovo invita i fedeli a «non demordere nell’impegno per costruire e ricostruire relazioni fraterne e amichevoli tra voi». Don Marino dopo Ferragosto ha liberato definitivamente armadi e cassetti. In paese restano le fratture tra i fedeli, fratture che vanno ben oltre la sfera religiosa. Dal primo novembre don Cesare Contarini sarà atteso da un lungo lavoro. 
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