«Contributo non motivato alla Fondazione di sanità». Indagato l'ex dg della sanità veneta Mantoan

Sabato 9 Aprile 2022 di Luca Ingegneri
Domenico Mantoan
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PADOVA - Induzione indebita a dare o promettere utilità. È questo il reato per cui la Procura di Padova ha iscritto sul registro degli indagati l'ex direttore dell'Area Sanità e Sociale della Regione Veneto Domenico Mantoan, 64 anni, di Brendola, e l'ex direttore generale di Azienda Zero Patrizia Simionato, 57 anni, residente a Rosà. Secondo l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Silvia Golin, i due manager avrebbero approfittato del proprio ruolo e dei propri poteri disponendo la corresponsione di un contributo aggiuntivo e non motivato dell'importo di ventimila euro alla Fondazione Scuola Formazione di Sanità Pubblica, struttura di emanazione regionale, con sede a Padova, in Passaggio Gaudenzio.
La delibera, risalente al 4 agosto 2020, sarebbe stata redatta dallo stesso Mantoan, che ricopriva anche il ruolo di vice presidente della fondazione, e indirizzata al direttore generale di Azienda Zero Simionato.

Cosa ci sarebbe dietro quest'elargizione che la magistratura definisce indebita? Si sarebbe trattato, stando all'ipotesi accusatoria, di un favore ad Alessandra Stefani, 62enne di Brendola, indagata anch'essa con la stessa ipotesi di reato, e legata da un rapporto di profonda amicizia con Mantoan. Ai tre è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini con il deposito degli atti.


L'AMICA

Dipendente a tempo indeterminato dell'Ulss 8 Berica, con ruolo di assistente amministrativo, Stefani era stata trasferita dal 1 gennaio 2019 alla Fondazione Scuola Formazione di Sanità Pubblica della Regione in virtù «dell'esperienza e professionalità maturate nell'ambito di assistenza alla direzione, di collegamento con gli organi istituzionali della Regione, con l'Area Sanità e Sociale e le aziende socio sanitarie ed ospedaliere venete». L'assegnazione temporanea alla fondazione ha una durata di quattro anni e si concluderà il 31 dicembre di quest'anno. Lo stabilisce il protocollo d'intesa siglato dal direttore generale dell'Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi e dal presidente della fondazione Santo Davide Ferrara. Il compito di Alessandra Stefani era quello di incrementare le attività istituzionali della fondazione, nel campo della formazione manageriale e tecnico professionale, in particolare sanitaria, sempre più allargate a soggetti provenienti da fuori regione e con iniziative programmate anche al di fuori del Veneto.
Secondo la Procura sarebbe stata proprio l'assistente amministrativa ad approfittare dello stretto rapporto di amicizia con Mantoan per ottenere quel contributo aggiuntivo di ventimila euro.


SPY STORY

Mantoan era a conoscenza da tempo del fatto che la Procura padovana stesse indagando sul suo conto. Aveva appreso questa circostanza nel bel mezzo dell'inchiesta. Era il 14 agosto 2020 quando l'ex direttore della sanità veneta, ora presidente dell'Agenas (l'Agenzia nazionale per la Sanità regionale), aveva incontrato a Brendola una figura importante dell'apparato di intelligence, il colonnello Massimo Stellato, capocentro di Padova dell'Aise, i servizi segreti del Triveneto.
Lo 007 gli avrebbe rivelato che la Procura di Padova stava conducendo accertamenti sulla sua persona. In quel periodo Mantoan era sottoposto ad intercettazioni telefoniche. Gli inquirenti si erano ben presto resi conto dei numerosi contatti con Stellato. Il colonnello è stato indagato per rivelazione del segreto istruttorio ma la domanda su chi fosse, da dentro la Procura, a fornire documenti e informazioni, rimane ancora senza risposta. I carabinieri del Reparto operativo di Padova hanno sequestrato documenti e cartelle a casa e nell'ufficio del colonnello Stellato, arrivando a un accordo con l'Aise, che su alcune carte ha opposto il «segreto di stato». Il fascicolo d'indagine è stato nel frattempo trasferito a Vicenza.

Ultimo aggiornamento: 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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