Padova. Sempre più genitori presentano dimissioni volontarie: le madri per stare con i figli, i padri per trovare un lavoro migliore

I dati sono il frutto dei questionari motivazionali di convalida che l'Ispettorato del lavoro sottopone ai dimissionari

Mercoledì 21 Dicembre 2022 di Marco Miazzo
Aumentano le dimissioni dei padovani che diventano genitori (foto Pexels - Tatiana Syrikova)
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PADOVA - L'Ispettorato territoriale del lavoro ha presentato i dati relativi alle dimissioni volontarie dei lavoratori padovani che sono genitori. Un quadro che offre un'occasione di riflessione sul mondo del lavoro e mette in luce problemi che molti lavoratori padovani si trovano ad affrontare. A spiccare è la differenza di genere nelle motivazioni che spingono a recedere da un contratto di lavoro. Le dimissioni infatti sono tornate ad aumentare e quelle di madri e padri che non riescono a coniugare famiglia e impiego salgono al 5% del totale: oltre 1.600 nel 2021.

L'elaborazione

I dati sono il frutto dei questionari motivazionali di convalida che l'Ispettorato del lavoro sottopone ai dimissionari, innanzitutto per controllare l'effettiva volontarietà nel dimettersi, evitando che ci siano pressioni o discriminazioni da parte del datore di lavoro. «A differenza degli anni precedenti, quando c'era un calo progressivo nelle dimissioni (-15% nel 2020 rispetto al 2019) - afferma la direttrice Rosanna Giaretta - quest'anno abbiamo avuto un balzo importante.

In tutta la nazione il trend è in crescita, ma nel nostro territorio è ancor più rilevante, soprattutto per la crescita di dimissioni da parte di genitori, che sfiorano il 5% sulle quasi 38mila totali».

I dati

Sono stati 1.604 nel 2021 i genitori padovani che si sono dimessi. Un aumento del 33% rispetto al 2020, quando le dimissioni volontarie sono state 1.200: dieci punti percentuali in più rispetto all'incremento nazionale. Di questi 1.604, il 60% (964) riguarda lavoratrici madri e il 40% (640) padri. I genitori padovani tendono a dimettersi molto di più che nel resto del Paese. Nell'ultimo decennio la percentuale di padri è cresciuta vorticosamente rispetto ai livelli irrisori: non tanto perché vi sia una maggiore sensibilizzazione maschile verso la cura della prole, ma piuttosto perché in questo decennio si è attuata una maggiore presa di consapevolezza rispetto alla necessità di convalidare le dimissioni all'Ispettorato. La cura della prole resta invece la motivazione cardine che porta le lavoratrici padovane e dimettersi: è in questo frangente che emerge la matrice culturale ancora impregnata sulla differenza di genere che relega alla donna la responsabilità della cura dei figli. Delle 964 padovane che hanno convalidato le dimissioni, sono 513 quelle che come motivo principale hanno denunciato l'impossibilità di conciliare il lavoro con la cura della prole, mentre solo 13 uomini hanno espresso tale difficoltà. Le ragioni che spingono le lavoratrici a lasciare il lavoro sono plurime: delle 1.454 indicazioni di causalità raccolte nei questionari (si possono indicare più motivazioni), 1.018 indicano ragioni legate ai servizi di cura o organizzative legate all'azienda. Lo scarto rispetto alla seconda motivazione più indicata è rilevante: il cambio di azienda, motivazione preponderante per gli uomini (552 volte su 667), è indicato solo 341 volte dalle donne. La distribuzione offre uno scorcio interessante sulla situazione della donna nel mondo del lavoro, influenzata dalla presenza o assenza di parenti a supporto e dagli elevati costi di asilo nido e baby-sitter. Questa fotografia conferma il posizionamento dell'Italia al 14esimo posto nella classifica europea per l'equità di genere: si stima che per l'uomo il lavoro quotidiano non retribuito sia il 38%, mentre per la donna è al 75%. «Dobbiamo fare un lavoro culturale sul territorio per riequilibrare questo dato - afferma la consigliera provinciale alla Parità, Silvia Scordo - Con l'Ispettorato abbiamo elaborato un protocollo d'intesa per questo, contrastando la presenza ancora rilevante di discriminazioni di genere sul luogo di lavoro». 

Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 12:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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