PADOVA - Le indagini sull’omicidio di Matteo Toffanin, il 23enne freddato il 3 maggio del 1992 nel quartiere della Guizza a Padova vittima di uno scambio di persona, entrano nel vivo. Il prossimo 24 marzo, davanti al pubblico ministero Roberto D’Angelo titolare del fascicolo, comparirà lui: il boss dei boss. Felice Maniero, l’ex capo della Mala del Brenta, nato il 2 settembre di 69 anni fa a Campolongo Maggiore nel Veneziano e che dal Duemila ha cambiato identità facendosi chiamare Luca Mori.
LE INDAGINI
Gli inquirenti sperano nella sua memoria, quando comandava quella che fu definita la Mafia del Nordest, per incastrare i suoi due ex luogotenenti finiti iscritto nel registro degli indagati per il delitto del ragazzo. Sono Andrea Batacchi, 60 anni, protagonista del furto della reliquia di Sant’Antonio e dell’evasione dal penitenziario Due Palazzi di Padova proprio di “Faccia d’angelo”, e Sergio Favaretto, 69 anni, anche lui tra gli artefici della fuga dal carcere e con alle spalle una serie di rapine.
Felice Maniero, attualmente rinchiuso nel carcere di Pescara per maltrattamenti alla compagna, dovrebbe raccontare alla Procura che a sparare con un fucile e una pistola, quella sera di 31 anni fa, furono proprio i suoi due ex uomini.
Come ha invece già fatto Stefano Galletto, 62 anni e originario di Dolo in provincia di Venezia, un pezzo grosso della ex Mala del Brenta e soprattutto uno dei maggiori pentiti. «Tutti all’interno della Mala del Brenta sapevano che alla Guizza si era consumato uno scambio di persona. Ma nessuno ne parlava» ha dichiarato agli inquirenti. E ancora ha ricordato quando ha incontrato anni fa Favaretto in carcere: «Abbiamo parlato del delitto Toffanin e io gli feci alcune domande. Ma lui mi guardò, con gli occhi cattivi perché non voleva si parlasse di quel caso. Inoltre aggiunse che comunque per quella sera avrebbe avuto un alibi. Mi disse che stava altrove con altra gente». Il vero obiettivo dell’agguato di 31 anni fa alla Guizza, secondo l’accusa, era Massimo Bonaldo un altro ex della Mala. «Favaretto – ha dichiarato ancora Galletto – di sicuro odiava Bonaldo. Nell’ambiente lo sapevano tutti. Favaretto era molto violento, prima come suo braccio destro aveva Pozzi, poi è arrivato Batocchi. Non agiva mai da solo, ma sempre in coppia».
E a colpire Bonaldo nell’agosto del 1976, sparandogli, fu proprio Sergio Favaretto, lo stesso secondo l’accusa che avrebbe tentato di ucciderlo nuovamente nel 1992, insieme a Batacchio, sbagliando però il bersaglio. Favaretto per il tentato omicidio di 46 anni fa fu condannato a sette anni. Ecco chi indaga vorrà sapere da Maniero il ruolo di Bonaldo all’interno dell’ex Mala e il suo rapporto con Favaretto. Ma soprattutto sperano che “Faccia d’angelo” parli del 3 maggio del 1992.
LA LETTERA
Nei giorni scorsi in Questura a Padova è arrivata una lettera anonima indirizzata al magistrato D’Angelo. Chi ha scritto gli ha indicato il nome di un altro ex di Maniero, attualmente residente in Romania, che avrebbe informazioni utili alle indagini sul delitto di Matteo Toffanin. Gli avvocati di Batacchi e Favaretto, i legali Sanguin e Capuzzo del foro di Padova, hanno chiesto l’incidente probatorio sulla missiva. Motivo, vogliono appurare chi è l’autore. Intanto la Procura l’ha sequestrata e l’ha fatta esaminare dalla polizia Scientifica per scovare eventuali impronte digitali.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout