Padova. Danni alle mani per il lavoro usurante, ditta condannata. Dovrà risarcire l'operaio

Martedì 16 Maggio 2023 di Serena De Salvador
L'azienda è stata condannata

PADOVA - Per 29 anni ha sollevato e spostato carichi per otto ore al giorno senza pause, ritrovandosi con una deformità di mani e polsi. Ciò perché il datore di lavoro non ha rispettato l’obbligo di tutela della salute e della sicurezza del lavoratore, cambiandolo di mansione solo dopo anni di esami e un intervento chirurgico. Si è quindi rivolto al sindacato Sls e ha fatto causa all’azienda, che ora dovrà risarcirlo di 44.529 euro per avergli causato un danno biologico permanente al 16%.

Protagonista suo malgrado della vicenda è un operaio padovano, oggi 57enne, che dall’aprile 1988 lavora nella sede padovana di una nota società che si occupa del servizio di lavaggio di divise e biancheria industriali, a partire da quelle degli ospedali. Per quasi trent’anni l’uomo ha svolto le stesse mansioni: la mattina smistava i capi sporchi spostando sacchi da 5-6 chili (500 a turno) o 10-12 chili (300 a turno), mentre il pomeriggio stava al lavaggio dove sollevava sacchi di biancheria da 8-10 chili (4 al minuto) oppure alla stireria. Il tutto maneggiando capi zuppi d’acqua e avendo quindi le mani costantemente bagnate, in un ambiente molto caldo e umido. Una situazione che – ha poi messo nero su bianco il suo avvocato Emanuele Spata – lo costringeva ad avere costantemente le braccia e le mani impegnate in movimenti continui e ripetitivi a ritmo serrato. Nel 2001 l’operaio ha cominciato a patire i primi sintomi di intorpidimento, facendosi ripetutamente visitare e arrivando, nel 2007, a essere operato. Quell’anno l’Inail gli ha riconosciuto la malattia professionale per sindrome da tunnel carpale, con una menomazione del 4%. La situazione ha continuato ad aggravarsi fino ad arrivare a una osteoartrosi generalizzata nel 2011, quando aveva 45 anni.

Nel 2017 la menomazione riconosciuta dall’Inail è salita all’8%.

L’uomo si è rivolto al sindacato Sls, il medico aziendale si è espresso per una parziale inidoneità al lavoro e l’operaio è stato cambiato di mansione, pur continuando a mobilitare gabbie di biancheria. Le sue condizioni sono però andate aggravandosi, arrivando nel 2020 a una menomazione del 14%. Il 57enne ha dunque deciso di ricorrere contro la ditta chiedendo un risarcimento danni da infortunio. Il giudice del lavoro ha ascoltato una lunga serie di testimoni ed esaminato la documentazione, pronunciandosi mercoledì scorso. Si è anche avvalso di una consulenza tecnica sullo stato di salute dell’operaio, che ha certificato un danno biologico permanente del 16%. Il procedimento ha accertato la responsabilità della ditta per la malattia professionale, condannando la società a versare 44.529 euro oltre alle spese per la consulenza e quelle di lite.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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