Morto a 17 anni nell'operazione, i medici ignorarono la diffida della famiglia

Giovedì 20 Dicembre 2018 di Luca Ingegneri
Daniele Zanon
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VILLAFRANCA - L'Azienda ospedaliera padovana ha compiuto tutti gli accertamenti diagnostici dopo la tragedia nonostante avesse ricevuto la diffida del legale della famiglia. É quanto emerge dalle indagini sulla morte di Daniele Zanon, lo studente diciassettenne deceduto poche ore dopo quello che avrebbe dovuto essere un intervento chirurgico di routine. Nel plico di documenti trasmesso alla Procura c'è anche la lettera con cui l'avvocato Ernesto De Toni, che tutela gli interessi della famiglia Zanon, sollecitava il blocco di tutte le attività in attesa che il magistrato disponesse l'autopsia. Lo staff della Chirurgia pediatrica ha invece compiuto tutti i riscontri diagnostici, filmandoli in un video, acquisito anch'esso nel fascicolo della Procura. Questa decisione ha provocato non poco i mbarazzo negli inquirenti che hanno il delicato compito di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto in sala operatoria e di accertare eventuali responsabilità di natura penale. Non c'era alcuna ragione per cui i medici non dovessero lasciare la salma del ragazzo a disposizione dell'autorità giudiziaria. Hanno invece proceduto a tempo di record rendendo inutile l'esame autoptico.
IL FILMATONel filmato lo staff della Chirurgia pediatrica ha registrato l'intero esame, durante il quale sono stati prelevati campioni di tessuto dai vari organi.

Ora dovranno essere analizzati assieme alle cartelle cliniche da un pool di specialisti. È la consulenza tecnica che il pm Benedetto Roberti affiderà la vigilia di Natale. La famiglia della vittima affiancherà ai consulenti della pubblica accusa il medico legale Giovanni Ciraso. Si dovrà stabilire cosa abbia provocato la vasta emorragia costata la vita a Daniel, nonostante la trasfusione di 140 sacche di sangue. E accertare se la disgrazia fosse evitabile, magari attraverso il ricorso ad una Tac o ad altri esami diagnostici prima dell'intervento. Sembra che i sanitari non fossero a conoscenza delle condizioni delle due barre, una trasversale, l'altra obliqua, installate poco meno di due anni fa per facilitare l'allargamento dello sterno, di dimensioni ridotte fin dalla nascita. In pratica i medici della Chirurgia pediatrica non avrebbero avuto altra scelta che quella di procedere all'apertura del torace. È in quel frangente che si sarebbero accorti dell'aderenza, vicino ad una delle due barre, con una parte di polmone, della vena aortica e del pericardio. Proprio l'estrazione della sbarra avrebbe danneggiato questi organi provocando la violenta emorragia risultata fatale allo studente. I funerali di Daniele sono in programma domani pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale di Taggì di Sopra.

Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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