Ottava volta alla Dakar per i gemelli Aldo e Dario: «In Arabia auto e approccio tutti nuovi»

Lunedì 6 Dicembre 2021 di Giovanni Piva
I gemelli Aldo e Dario De Lorenzo

PADOVA - Si sono iscritti un’altra volta, è l’ottava. La loro auto è già partita per una lunga navigazione insieme alle altre, Aldo e Dario De Lorenzo la raggiungeranno in Arabia Saudita tra un mese, per sfoggiare i loro celebri sorrisi gemelli alla presentazione dei partecipanti alla Dakar 2022. Dopo sei edizioni corse in Africa ed una in America Latina sono tra i primi italiani ad averla affrontata in tre diversi continenti. Per tutto l’anno dietro al bancone e all’opera con i clienti dei loro negozi di ottica (due, uno per ciascuno, giusto per non litigare, ma loro non lo farebbero lo stesso perchè non ne hanno il carattere), nel momento della sfida si trasformano in avventurosi piloti da deserto.

Non erano proprio dei giovinetti quando hanno iniziato questo “circo” nel 2001, non lo sono tantomeno adesso anche se lo spirito che li anima sembra inalterato. 

INSIDIE PESANTI

Inguaribili malati di Dakar. Ma li si può capire: non solo per le sensazioni che certamente sa dare in gara il più grande evento motoristico a partecipazione “aperta”, bensi per tutto quello che ci gira intorno, dalle scelte iniziali alla preparazione della macchina, la strategia, la cura di dettagli che possono fare la differenza tra uscire di gara e tagliare il traguardo finale. E’ un gran bel gioco, la Dakar, ma costoso. E pieno d’insidie. Può capitare di ritrovarsi con 200mila di euro di vettura piantata nella sabbia con centinaia chilometri di nulla intorno e le tenebre pronte a calare anche sui sogni. Ma questa volta non potrà accadergli. 
«L’impostazione è nuova - spiega Dario De Lorenzo, il pilota della inscindibile coppia - e lo è del tutto anche la macchina. Basta vetture costose e pesanti, siamo passati alla leggerezza e, come noi, molti altri hanno fatto questa scelta. Saremo in gara nella categoria Ssv, con un altro centinaio di iscritti. Lo Ssv pesa solo 600 chili, non ha costi esorbitanti, è superammortizzato ed è divertente da guidare, oltre a non essere troppo stancante, e la cosa non è del tutto irrilevante alla nostra età. Vola sulle buche, e a meno di non sbagliare di brutto non si insabbia. L’abbiamo provato un mese fa in Portogallo al Rally Portalegre 500 in condizioni particolari, sotto una pioggia incessante, e ci ha dato molta soddisfazione. Credo sia un’ottima scelta, molto diversa da quelle precedenti».

CAMBIO DI ROTTA

In passato avete cercato la potenza insieme all’affidabilità, questa vettura è invece di serie e non va oltre i 120 chilometri all’ora. «Abbiamo provato a coniugare potenza e affidabilità, ma anche spendendo parecchio tra auto e camion di assistenza al seguito, il risultato non è garantito e le delusioni possono essere molto forti, quindi abbiamo cambiato rotta. Ora si va più tranquilli, sappiamo che verremo ogni giorno superati di slancio da molte “lepri” ma i conti li faremo alla sera ai bivacchi. E noi vogliamo farceli tutti, fino alla fine. Fino a Jeddah».
Il percorso è noto solo da pochi giorni, si svolgerà interamente (con partenza il 2 gennaio) nello sconfinato deserto sabbioso Rub al-Khali, con dodici tappe e un giorno di riposo, circa 9mila chilometri in totale, trasferimenti compresi. «Non ci spaventa, anzi la sabbia ci piace e le dune grazie alla nostra esperienza possono permetterci di guadagnare qualcosa sulle auto di maggiore cilindrata, perchè non le possono affrontare sfruttando la loro velocità. Ma ci importa poco della classifica, terremo un’andatura regolare, anche perchè il fattore stanchezza fisica alla lunga potrebbe creare problemi. Sarà interessante vedere come ci inseriamo alla fine, ma solo per curiosità. In gara c’è gente molto più giovane di noi e con più cavalli nel motore, lasciamo a loro la competizione. E poi, noi abbiamo optato per un motore aspirato, gli altri hanno scelto il turbo. Vedremo come va».

VETTURA DI SERIE

Come avete lavorato sul mezzo? «Principalmente con le migliori sospensioni disponibili sul mercato, e poco altro. Necessariamente sui serbatoi per poter avere l’autonomia sufficiente, tenendo conto che ogni 250 chilometri per la nostra categoria ci saranno isole di rifornimento di carburante. I sedili sono gli stessi personalizzati che abbiamo usato su Bmw e Isuzu. Ma il piano di battaglia per questa nuova sfida è semplice: che il nostro meccanico Lorenzo Cenzi, un amico di Cervarese Santa Croce che ci seguirà e sarà tutto per noi, non debba intervenire mai per cose serie».
E finisce con un sorriso contagioso, Dario De Lorenzo, mostrando il numero di gara, il 457. «Quando ci è arrivato - dice - anche se non era la prima volta ci siamo emozionati, perchè averlo in mano significa che tutto ciò a cui si è pensato per mesi non è più un sogno, ma è proprio vero».
Tra le novità di questa edizione, la principale è che sarà valida per il Campionato del Mondo Raid, di cui è prova di apertura. Sei le categorie in gara più i partecipanti alla Classic, per tutti percorso da scoprire solo all’ultimo momento grazie all’introduzione del road book elettronico che verrà caricato la mattina poco prima del via.

Ultimo aggiornamento: 18:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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