Lezione choc sulle leggi razziali: «Questi vanno cacciati da scuola»

Giovedì 27 Settembre 2018 di Nicola Munaro
Studenti entrano a scuola
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PADOVA -L’appello nell’atrio della scuola letto con voce commossa dal professor Adriano Breda, preside dell’Istituto comprensivo di Curtarolo. Ad ascoltarlo in silenzio, martedì mattina, e a chiedersi il perché di quello strano inizio, c’era la sessantina di studenti di terza media della scuola. Che alla fine dell’appello, ha ascoltato sbigottita sei nomi scelti a caso: quelli di due insegnati e di quattro studenti che sarebbero stati allontanati dall’istituto a fine della giornata di lezione, proprio per volere di quella strana circolare che il preside aveva letto di fronte a tutti, prima di rimandare in classe gli studenti. Gli stessi che, un’ora dopo, hanno ricevuto una nuova convocazione in atrio, ancora di fronte al preside. Che questa volta, serio, ha spiegato ogni cosa.
 
IL MOTIVO
Quella circolare con cui venivano banditi quattro ragazzi e due professori – ha detto il dirigente scolastico - non era vera: nessuno sarebbe stato cacciato. Si trattava solo di un esperimento per far comprendere ai ragazzi la portata delle leggi razziali. Per far capire, insomma, come si dovevano essere sentiti discriminati gli ebrei dopo il varo del documento che - nella follia che aveva attanagliato l’Europa sul finire degli anni Trenta - li catalogava come razza inferiore, nemmeno degna di istruzione. Un esperimento, quello messo in scena dal dirigente scolastico padovano, che ha colpito nel segno. Alcuni studenti hanno pianto. Altri sono rimasti senza parole. Altri ancora hanno mostrato reazioni d’istinto. C’è chi si è ribellato e chi ha subito. Chi è corso a casa sconvolto e chi ha incantato i genitori con il racconto di una mattinata difficile da lavarsi via dalla pelle. Fatto sta che da due giorni, in paese, si parla poco d’altro tra favorevoli (la maggioranza dei genitori coinvolti) e contrari, i meno. Ogni voce, ogni commento, è legato all’iniziativa che il dirigente scolastico e gli insegnanti di terza media dell’Istituto comprensivo di Curtarolo hanno realizzato usando gli ignari studenti come attori protagonisti.
GLI STUDENTI
Tornati a casa, sono stati gli stessi ragazzi – adolescenti che hanno tra i 13 e i 14 anni – a raccontare l’esperienza. Tutti, in mano, avevano un fogliettino firmato dal preside stesso. Una sorta di rassicurazione consegnata a mamma e papà in cui si mettevano in guardia i genitori che a sconvolgere la giornata scolastica del figlio, era stata una messinscena organizzata dagli stessi insegnanti. A far nascere nel preside l’idea di spiegare sulla pelle degli stessi studenti la portata di un provvedimento come le leggi razziali – raccontano fonti vicine alle istituzioni del paese - sarebbe stato un fatto realmente avvenuto all’interno di un istituto scolastico e raccontato da qualche diario dell’epoca. «E' stata un’iniziativa positiva, ho mandato un messaggio al preside per congratularmi con lui e con gli insegnanti che hanno dato vita a questa rappresentazione così veritiera e toccante – ha spiegato Fiorella Moretti, assessore al sociale del Comune di Curtarolo – È stato un esperimento in presa diretta che i ragazzini non potranno più dimenticare, lascerà in loro un ricordo indelebile che farà capire la gravità di quello che è successo con la promulgazione delle leggi razziali. I bambini sono stati toccati, per loro ora quella pagina di storia avrà un valore fortissimo, l’hanno vissuta sulla loro pelle come esperienza diretta. I docenti e il preside hanno scelto di far vivere un film in prima persona ai ragazzi, di spiegare con i fatti quanto avvenuto nel 1938».
Nicola Munaro
Ultimo aggiornamento: 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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