Cuore matto, la malattia ereditaria che uccide gli atleti sotto i 35 anni. A Capodanno raccolta fondi e talk su Linkedin. Il ricavato per la ricerca a Padova

Mercoledì 30 Dicembre 2020
Cuore matto, malattia ereditaria (Foto di Jill Wellington da Pixabay)

Talk giovedì 31 dicembre, a Capodanno, su Linkedin, l'obiettivo è quello di raccogliere donazioni per la ricerca sul cuore matto, svolta dall’università di Padova.

Protagonista l’associazione GECA onlus di Padova

La diretta la trovate QUI

Cuore matto

Si intitola New Normal Life ovvero una nuova vita normale l'evento organizzato per Capodanno alle 17 sulla pagina linkedIn di Filippo Poletti, che è stato inserito nella lista degli Italia Top Voice 2020 stilata dallo stesso social. Si tratta di un talk con raccolta fondi con esperti a livello mondiale per far proseguire la ricerca di una cura farmacologica per la malattia del cuore matto, o più precisamente la cardiopatia aritmogena del ventricolo destro, la stessa di cui è morto il calciatore Piermario Morosini.

La malattia

I fondi raccolti serviranno a sostenere l'associazione Geca (Giovani e cuore aritmico) di Padova che li userà per finanziare la ricerca del dipartimento di Biologia dell'Università di Padova. Questa, ha spiegato Alessandra Rampazzo dell'università di Padova, "è una malattia ereditaria che interessa una persona ogni 5mila e provoca due morti all'anno ogni 100mila persone sotto i 35 anni di età. Tra il 1980 e il 2015 in Italia questa patologia ha causato il decesso improvviso di 190 giovani atleti". "Dopo aver identificato sette geni implicati nello sviluppo di questa cardiomiopatia e dopo aver recentemente individuato le cellule che contribuiscono allo sviluppo del tessuto fibroso e adiposo nei soggetti affetti grazie a uno studio condotto principalmente dall'università della British Columbia di Vancouver, siamo pronti a sperimentare nuovi farmaci che, per la prima volta, potrebbero bloccare i meccanismi molecolari e arrestare la progressione della malattia. La sperimentazione in vivo che abbiamo appena iniziato potrebbe portare, nel giro di due o tre anni, all'individuazione del farmaco per la cura di questa patologia".

Per questo sono importanti i finanziamenti e per questo, oltre a Rampazzo, parteciperà al talk anche Fabio Rossi del dipartimento di medicina genetica dell'università della British Columbia di Vancouver e la presidentessa dell'associazione GECA Graziella Paola Marcon. A portare la loro testimonianza saranno inoltre il corrispondente a Parigi del Corriere della Sera Stefano Montefiori e l'ingegnere informatico Giacomo Inches, socio dell'associazione GECA.

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