Crisi d'impresa, a Padova sempre più fallimenti e concordati

Chiara Marchetto (presidente Ordine commercialisti): «Nel 2023 ci aspettiamo un aumento delle procedure concorsuali»

Mercoledì 4 Gennaio 2023 di Gabriele Pipia
Sempre più fallimenti e concordati

PADOVA - Fallimenti, liquidazioni giudiziali e concordati: il dato complessivo è in aumento rispetto all'anno scorso e Padova è la seconda provincia del Veneto dietro a Verona. La pandemia ha inciso in modo determinante e l'aumento dei costi delle materie prime ha dato la mazzata finale.

Nell'intero 2022 le procedure concorsuali sono state 154 contro le 149 dell'anno precedente. Lo rende noto l'Ordine dei Commercialisti di Padova.

I dati del 2022

A Padova sono stati registrati 101 fallimenti, 22 liquidazioni giudiziali e 31 concordati mentre nel dure del 2021 c'erano stati 134 fallimenti e 15 concordati. Va ricordato che dal 15 luglio 2022, con l'entrata in vigore del nuovo codice della crisi di impresa, la procedura che con il vecchio rito si concludeva con una sentenza di fallimento, è stata sostituita dalla nuova procedura di liquidazione giudiziale. Risulta ancora poco utilizzata la composizione negoziata della crisi, procedura in vigore dal 15 novembre 2021 che consente agli imprenditori commerciali e agricoli in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico finanziario di chiedere alla Camera di Commercio la nomina di un esperto indipendente per il risanamento dell'impresa.

Come si è reagito

«Nel 2022 - osserva Monica Maragotto, consigliera dell'Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova con delega alle procedure concorsuali - è proseguito il trend positivo di determinati settori primari, i quali hanno registrato un rallentamento solo alla fine dell'esercizio. La maggior parte delle imprese che nel 2020 e nel 2021 sulla base della normativa emergenziale aveva fatto ricorso ai finanziamenti agevolati che prevedono un periodo di preammortamento di 24 mesi dovranno valutare se le prospettive del mercato consentiranno nei prossimi mesi di conseguire i flussi di cassa adeguati per effettuare i rimborsi. Il Codice della Crisi di impresa, infatti, definisce la crisi quale stato del debitore che rende probabile l'insolvenza e che si manifesta con l'inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi. Senza dimenticare - continua Maragotto - che molte imprese di fatto si sono finanziate mediante l'omissione dei versamenti dei debiti erariali e dei contributi previdenziali e anche questo ha generato numerose procedure concorsuali. In questo contesto un valido aiuto per gli imprenditori è sicuramente rappresentato dallo strumento della composizione negoziata che favorisce il risanamento della propria impresa».

Il futuro

«Nel 2023 ci aspettiamo un aumento delle procedure concorsuali anche se difficile fare previsioni sul loro andamento - dichiara Chiara Marchetto, presidente dell'Ordine - perché, oltre all'incertezza legata all'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, negli ultimi due anni è mutato il comportamento degli istituti di credito e delle società cessionarie dei crediti che manifestano una maggiore propensione all'accordo con i debitori, al di fuori delle procedure giudiziali. Manifesta, invece, una differente propensione il fisco che, in caso di debiti rilevanti, tende ad attivare comunque la procedura concorsuale».

Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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