PADOVA - «Attivare prestiti agevolati o indennizzi diretti alle aziende più in difficoltà, altrimenti il numero degli allevamenti e di altre aziende agricole che saranno costretti a chiudere sarà sempre maggiore.
L'ANALISI
Questo il dato principale che emerge da una specifica ricerca sul comparto lattiero-caseario effettuata da Cia Padova sulla base dei dati forniti dalla Camera di Commercio, presentata alla vigilia della 428esima edizione della Fiera Franca di Cittadella, un momento di festa che prevede pure l'esposizione delle migliori eccellenze agricole nell'area dedicata che si trova sugli spalti sotto le mura medievali di Riva dell'Ospedale dov'è rappresentato il settore primario. Nell'ambito della storica manifestazione, lunedì dalle 9, è in programma nell'area ad est del cimitero, l'Antica Fiera del bestiame, che ogni anno richiama migliaia di persone da tutto il Veneto. Ma a preoccupare ora è il panorama generale.
I NUMERI
Sono poco più di 2.500 gli allevamenti padovani con vacche da latte certificati. Hanno complessivamente 145 mila capi che si concentrano nel territorio della destra Brenta. Gazzo è il Comune con il maggior numero di allevamenti: 73, per complessivi 3.953 capi. Poi San Pietro in Gu con 60 allevamenti e 4.133 capi e Piazzola sul Brenta con 47 allevamenti e 1.266 capi. Una economia importante che in provincia registra un fatturato annuo di oltre 80 milioni di euro. «Un allevamento su dieci ha cessato l'attività commenta Cia Padova Il Covid prima e gli effetti devastanti della crisi internazionale poi hanno messo ko centinaia di imprese. In particolare gli allevamenti scontano i rincari dell'energia, i cui costi sono triplicati da dodici mesi a questa parte».
L'INTESA
Lo scorso luglio era stato raggiunto un accordo con Italatte, società del gruppo Lactalis, per l'acquisto del latte da parte dei grandi distributori. Stando al protocollo d'intesa, che vale in tutta Italia, ad ottobre 2022 un litro di latte viene pagato 57 centesimi al litro all'allevatore, a novembre 58 centesimi al litro, mentre a dicembre 60 centesimi al litro. «Valori che non coprono neanche lontanamente i costi di produzione sottolinea il direttore Antonini Attualmente, per produrre un litro di latte servono almeno 60 centesimi: con questi prezzi gli allevatori sono costretti a lavorare in perdita. Motivo per cui, alla lunga, in molti scelgono di non continuare questo lavoro. Le spese sono troppe, e non vengono compensate dai guadagni».
Per non soccombere, gli allevamenti padovani, ma anche di tutto il Veneto, hanno ridotto di quasi il 2% la produzione di latte, nonostante la domanda di mercato sia addirittura aumentata grazie alla massiccia ripartenza del settore ristorazione e accoglienza. «Pur adottando questa misura, non tutte le attività sono state in grado di rimanere in piedi conclude Antonini . Le nostre imprese hanno bisogno di liquidità immediata, altrimenti si rischia il tracollo, abbiamo già sottoposto le possibili soluzioni a chi di competenza, è necessario fare veramente presto».