Patrizia Simionato, già direttore generale di Azienda Zero, avvicinata in auto: «Non ho nulla da dichiarare». Roberto Rigoli, ex coordinatore delle Microbiologie del Veneto, fermato in parcheggio: «I tamponi rapidi? Sono kit certificati Ce/Ivd, quindi praticamente io non dovevo valutare la sensibilità e la specificità». Andrea Crisanti, senatore, intervistato sul set: «Il contenuto delle intercettazioni? Sicuramente darebbe una spiegazione e darebbe il contesto giusto per comprendere tutti gli attacchi che la Regione ha fatto nei miei riguardi». Scene dalla puntata di Report, andata in onda ieri sera su Rai 3 dopo giorni di anticipazioni: «In Veneto durante la seconda ondata della pandemia è accaduto il disastro. Ci sono stati 1.600 morti in più rispetto alla media nazionale. Cosa è successo? Avevano puntato tutto sui tamponi rapidi».
ACCUSA E DIFESA
Alla base dell'imputazione c'è un'email sulla verifica della sensibilità dei test rapidi, cioè della loro capacità di riconoscere i casi positivi. L'avvocato Pavan rimarca che tale indagine «non solo non era stata richiesta, come già risulta negli atti, ma nemmeno era possibile e necessaria, essendo i prodotti marchiati e certificati Ce/Ivd». Cos'ha fatto allora Rigoli? «Si dovevano invece riscontrare in maniera documentale le caratteristiche tecniche del prodotto e, visto che sarebbero stati utilizzati da personale esterno alle microbiologie, è stato ritenuto corretto anche testarne la praticità nell'utilizzo». Un'attività, conclude il legale, svolta nel coordinamento delle Microbiologie, «con significativi risultati a vantaggio della tutela della salute pubblica».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout