Il turismo riparte dal capoluogo alle terme: piene 7 camere d'albergo su 10

Mercoledì 27 Ottobre 2021 di Gabriele Pipia Silvia Moranduzzo
Il turismo riparte dal capoluogo alle terme: piene 7 camere d'albergo su 10

PADOVA - Dopo un’intera estate passata a dire che «finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel», ora quel tunnel sembra davvero alle spalle.

La ripartenza del turismo padovano è confermata dai numeri: le stanze sono piene al 70% e in vista dei prossimi ponti (Santi e Immacolata) si arriverà anche ad una media dell’80%. Non siamo ancora ai livelli dell’epoca pre-Covid ma la situazione è confortante: a trainare la ripresa è il bacino termale e anche la città sta rispondendo bene dopo mesi da incubo. 


I NUMERI
Gli ultimi dati ufficiali elaborati dalla Regione sono quelli relativi al periodo gennaio-agosto. Nel 2019 in tutta la provincia erano state registrate 3,5 milioni di presenze, nel 2020 ci si è fermati a 1,3 milioni e nel 2021 a 1,8 milioni. Siamo quindi ad un -50% rispetto a due anni fa e a ad un +25% rispetto all’anno scorso, ma attenzione: se prendiamo in considerazione solo i numeri di agosto notiamo già la netta ripresa sui livelli pre-pandemia. In questo mese infatti siamo al +40% rispetto al 2020 e solamente al -3% rispetto al 2019. È maggiore, inoltre, il periodo medio di soggiorno: 3,5 giorni quest’anno e 3 giorni due anni fa. 


L’ESPERTO
Marco Gottardo parla in una doppia veste: da un lato direttore di Federalberghi Terme Abano Montegrotto e dall’altro presidente dell’ente bilaterale Padova Terme Euganee. «La ripresa è molto evidente ed è stata aiutata dal fatto che quest’anno ad agosto le terme hanno accolto più clienti rispetto al passato - spiega - Siamo molto fiduciosi anche per questo periodo autunnale, dove soprattutto nel periodo festivo l’obiettivo è arrivare quasi al tutto esaurito. Per quanto riguarda le terme, a novembre ci attendiamo un fisiologico calo perché non è un periodo di alta stagione. Per quel che riguarda la città invece riponiamo grandi speranze nella ripartenza totale del turismo business visto che con l’obbligatorietà del Green pass è stato eliminato il distanziamento per molte attività congressuali. Ora a Padova siamo attorno al 65-70% mentre alle terme contiamo un 70-75% ma nel fine settimana andiamo tranquillamente a quota 80-90%. Notiamo anche la clientela è più attenta alla qualità, anche a costo di spendere qualcosa in più. Certo, mancano ancora molti turisti stranieri».


IN CITTÁ 
Il bilancio è positivo anche per Monica Soranzo, presidente di Federalberghi Ascom Padova. «Le prime due settimane di ottobre sono partite con il botto – racconta – È stato molto bello veder tornare i turisti, quasi ricominciamo a sorridere. E sicuramente questo è un fattore positivo anche per bar, ristoranti e negozi. Si torna a vivere, si torna a spostarsi e questa è una bella premessa per il futuro».
Un nuovo momento importante per gli alberghi sarà questo fine settimana con il ponte del 1 novembre. «Anche qui – spiega Soranzo – le prospettive sono buone: il telefono squilla, le prenotazioni ci sono. Non siamo tornati ai numeri del 2019 ma sono comunque buoni numeri. C’è voglia di muoversi, ormai tutti gli hotel hanno riaperto, non mi risulta ce ne siano ancora di chiusi. Guardiamo al futuro con speranza e ottimismo, l’augurio è che non si torni indietro. Arrivano infatt notizie dal resto del mondo riguardo i contagi che sono preoccupanti».


IL NODO 
Unico neo, in questo quadro colorato di ottimismo, è la carenza di personale. Come per il mondo della ristorazione, la chiusura prolungata degli alberghi ha fatto sì che molti cambiassero lavoro e ora non tornano indietro. «Siamo senza personale. Ora che c’è il lavoro non abbiamo le risorse ed è un problema – sottolinea la presidente di Federalberghi – Il nostro mestiere richiede figure con determinate caratteristiche, non è facile trovarle e poi bisogna formarle. Questa mancanza per molti è un problema. Non biasimo chi ha scelto di andar via, siamo rimasti chiusi oltre un anno e gli aiuti sono stati insufficienti a coprire tutti i costi».

 
LE REGOLE
Sul fronte Green pass il settore alberghiero è tranquillo: non si ravvisano proteste o rimostranze come nel trasporto pubblico o in altri ambiti lavorativi. La maggior parte dei collaboratori si è vaccinata e chi ha preferito fare diversamente si sottopone a tampone. Per gli ospiti, invece, non è richiesto il certificato verde.

Ultimo aggiornamento: 07:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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