PADOVA - La curva della pandemia è in lenta decrescita e la pressione ospedaliera inizia ad allentarsi. Da almeno una settimana si assiste ad un calo dei ricoveri in terapia intensiva e ora si inizia a vedere uno spiraglio di luce anche nei reparti Covid di degenza medica.
I DATI
«I numeri stanno lentamente calando, almeno questa è l’impressione guardando l’andamento degli ultimi giorni, ma è ancora presto per dire se il picco è stato definitivamente superato – dichiara il direttore generale di via Giustiniani, Giuseppe Dal Ben - Certamente notiamo meno pressione sull’ospedale. Un termometro l’abbiamo anche guardando il numero delle infezioni fra i nostri dipendenti: dopo una fiammata di contagi, ora siamo tornati sotto i 400 positivi».
Nonostante tutto, in corsia è ancora massimo l’impegno dei sanitari. A partire dalla Clinica Medica 3 diretta dal professor Roberto Vettor, che ha in gestione due aree Covid: 22 posti letto dedicati all’assistenza non critica, per i casi meno impegnativi, e altri 22 posti letto di terapia semi-intensiva, attrezzati con le apparecchiature per l’ossigenoterapia.
«Ci aspettiamo che dopo le terapie intensive, inizino a calare anche i ricoveri nelle aree mediche, o almeno questo è ciò che speriamo – dichiara il professor Vettor –. Nelle ultime ore abbiamo dimesso tre pazienti, ma il bilancio tra nuovi ingressi e uscite è variabile. Se continua così, l’idea è di restituire alcuni posti letto ai pazienti non Covid». La cautela, dunque, è massima.
«In questo momento a Padova, come in Veneto, e nel resto d’Italia si sta notando una chiara riduzione del carico sulle terapie intensive. É un buon segnale perché in genere è il primo parametro a variare», precisa Vettor.
LA PARTICOLARITÁ
L’attenzione ora è anche puntata sui cosiddetti pazienti “Covid per caso”, coloro che non hanno sviluppato la malattia da Coronavirus, ma richiedono assistenza per altri problemi e risultano positivi al tampone pre-ricovero. In Clinica Medica 3, circa il 10-20% del totale dei positivi è asintomatico e quindi si trova in un letto di semi-intensiva Covid per altre patologie. «Non li chiamerei Covid per caso – aggiunge Vettor – sono semplicemente pazienti che non esprimono la malattia da Covid. Per fare un esempio, una persona con una grave cardiopatia, ma priva di risvolti polmonari da Coronavirus. Il numero di questi ricoverati è in aumento, un dato che fa riflettere e che comunque conferma l’allentamento dell’impatto della pandemia sulla popolazione. Ritengo che in futuro avremo bisogno sempre più di aree specialistiche dedicate a questo tipo di pazienti asintomatici o paucisintomatici».
L’area Covid in Clinica medica 3 ha riaperto da novembre scorso, con l’aumentare dei casi nella quarta ondata. Da mesi il personale sanitario è tornato in trincea bardato con tute, visiere e guanti per cercare di fronteggiare le conseguenze della pandemia. La stanchezza non manca. «Lo stress si sente, è inevitabile – ammette Vettor – ma tutta la mia equipe trova motivazione da un profondo senso di responsabilità».