Covid, raddoppiati i casi di disturbi alimentari e di depressione fra i giovani

Domenica 30 Maggio 2021 di Elisa Fais
La dottoressa Angela Favaro della Clinica Psichiatrica

PADOVA - Raddoppiano i casi di disturbi alimentari. A lanciare l’allarme è Angela Favaro, responsabile della Clinica psichiatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova. Se nel 2020 si contavano 150 prime visite per anoressia e bulimia nervosa, oltre che per disturbo da alimentazione incontrollata, nei primi cinque mesi del 2021 se ne registrano già 160. Un aumento preoccupante, che riguarda sempre più adolescenti. «E’ l’effetto della pandemia – spiega la professoressa Favaro -.

Il cambio delle dinamiche quotidiane e dello stile di vita hanno influenzato e in alcuni casi esasperato i comportamenti patologici. In media seguiamo 400 pazienti l’anno con disturbi alimentari, il carico di lavoro sta più che raddoppiando. Al momento si fatica a dare risposte immediate perché le liste d’attesa si sono allungate».

ECCELLENZA
Il Centro regionale per i disturbi del comportamento alimentare, incardinato in Azienda ospedaliera, ormai da diversi anni è considerato a livello nazionale uno dei centri più prestigiosi per quanto riguarda la produzione scientifica in campo clinico, eziopatogenetico e nella ricerca sui trattamenti. «Come sempre garantiamo spazio e assistenza ai casi più gravi e alle urgenze, lavorando in stretta collaborazione con i centri diurni e la rete di ricovero sul territorio – precisa Favaro -. Il Centro regionale ha al suo interno il day hospital e l’ambulatorio specialistico». 

I DISTURBI
Si stima in media che una persona su cento soffra di anoressia e tre su cento di bulimia. Negli ultimi anni si assiste ad una diminuzione dell’età di esordio, ad ammalarsi sono sempre più giovanissime. La causa di questi disturbi è molteplice ed è fondamentale intervenire precocemente, non dopo anni come spesso succede nelle famiglie.
«Il lockdown e l’isolamento hanno creato tra i giovani una rottura dei processi maturativi che richiedevano un confronto tra pari – spiega la professoressa Favaro -. Hanno sofferto particolarmente i figli unici. Oltre ai disturbi alimentari, abbiamo notato un incremento di fenomeni di autolesionismo e di depressione. Si tratta di situazioni a rischio, dove il ragazzo o la ragazza interrompe il proprio percorso di studi e può verificarsi un’evoluzione a disturbo psichiatrico». 


I giovani con meno di 14 anni vengono preso in carico dalla Neuropsichiatria infantile, diretta dalla professoressa Michela Gatta. I più grandi, invece, dalla Clinica psichiatrica. «Nelle diverse fasi della pandemia sono cambiati i bisogni e le richieste dei pazienti – prosegue Favaro -. Ad esempio, durante il primo lockdown di chiusura totale, è diminuita la domanda generale ma sono aumentati gli scompensi psichiatrici al Pronto soccorso. All’interno delle case sono esplose le vulnerabilità, si sono accentuate le dipendenze e gli abusi di alcol. La scorsa estate abbiamo intercettato le richieste di aiuto di molte famiglie, preoccupate perché i figli non riuscivano più a riprendere la loro vita normale: avevano paura di uscire di casa ed incontrare persone. Ora, a scoppio ritardato, stiamo notando l’aumento dei casi di disturbi alimentari». Tra i fattori determinanti vi è senza dubbio l’isolamento prolungato come effetto del lockdown, che ha generato ansie e paure, e una conseguente perdita di controllo.

Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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