Crollo delle visite al Santo: alberghi vuoti e il boom delle messe virtuali

Domenica 29 Novembre 2020 di Gabriele Pipia
Dispositivi di protezione per i pochi visitatori

PADOVA - È venerdì 7 febbraio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva accolto da due ali di folla alla basilica del Santo, stringe calorosamente la mano a una signora anziana che lo aspetta e saluta i tanti bambini assiepati sul sagrato. È un giorno di festa di un anno particolare: quello in cui Padova è Capitale Europea del Volontariato. Qualche frate sogna addirittura più in grande: «Papa Francesco ha sempre detto di voler venire a pregare sulla tomba del Santo, magari questo è l’anno buono». Nessuno poteva immaginare che due settimane dopo sarebbe esplosa un’emergenza in grado di stravolgere tutto. Tra i tanti effetti della pandemia c’è anche il crollo delle visite nel luogo-simbolo della città. Se nell’anno pre-Covid gli accessi alla basilica erano stati tre milioni, quest’anno difficilmente verrà superato il milione. E a tutto ciò si aggiunge ovviamente anche l’aspetto sanitario: alcuni frati del Santo risultano contagiati e tra questi oggi c’è un settantottenne in gravi condizioni, ricoverato in terapia intensiva. 

I NUMERI
A incidere sul crollo delle visite è stata soprattutto la difficoltà di viaggiare per via dell’emergenza sanitaria. Il numero dei pellegrini arrivati in processione rende l’idea: quest’anno (dati aggiornati al 31 ottobre) siamo a quota 13.989 mentre nell’intero 2019 erano stati 245.217. Diciassette volte tanto. I pellegrinaggi italiani riguardano soprattutto gruppi veneti, emiliani e lombardi, mentre i tre Paesi esteri maggiormente rappresentati sono Spagna (1.207 persone), Polonia (987) e Brasile (836). Attenzione, però: per quanto riguarda gli stranieri parliamo di visite concentrate quasi esclusivamente tra gennaio e febbraio. 
Interessante anche il dato relativo al sensore “contapersone” collocato vicino alla Cappella delle reliquie, dove solitamente arrivano un terzo dei visitatori totali (la maggior parte si limita a partecipare ad una messa, a visitare la tomba o magari a fare una capatina al negozio).

Nel 2019 gli accessi all’area della cappella erano stati 790.435 mentre ora siamo a 251.727. 

LE ABITUDINI
«I padovani continuano a venire alla messa della domenica - spiega Padre Olivero Svanera, rettore della basilica - ma questo è un grande santuario internazionale e ora i gruppi stranieri sono praticamente scomparsi. Mentre la basilica di San Marco a Venezia è percepita spesso come un grande luogo d’arte, Sant’Antonio è visto soprattutto come luogo di fede legato dunque ad un grande flusso di pellegrini. Arrivavano da tutte le nazionalità, anche le più impensabili. Quest’anno però è cambiato tutto». 

LE NORME
La basilica conta 800 posti a sedere e nell’epoca pre-Covid una messa arrivava ad ospitare in media un migliaio di persone. Ora le norme, proporzionate alla grandezza della chiesa, consentono l’accesso di 350 fedeli. «C’è una situazione di totale incertezza ma rispondiamo con la creatività - sorride Svanera -, cercando nuove vie per raggiungere i pellegrini. Abbiamo incentivato molto l’uso delle piattaforme social e alle messe, tra streaming e diretta televisiva, si collegano tra le 30 e le 40 mila persone con punte di 100 mila raggiunte in pieno lockdown. Anche il volo dell’elicottero sopra la città nel giorno della Festa del Santo fa parte di queste iniziative creative: se i fedeli non possono venire da noi, siamo noi che andiamo loro incontro». 

LE STRUTTURE RICETTIVE
Il crollo delle visite alla basilica porta con sé ovviamente anche una pesante ricaduta negativa sugli alberghi della città. Il pensiero va inevitabilmente alla Casa del Pellegrino, davanti alla basilica, che conta 295 posti-letto e solo una decina di camere occupate. «Rispetto al 2019 quest’anno abbiamo perso l’80% ma a novembre arriviamo addirittura al 90% - allarga le braccia il direttore Gabriele Ioseffini -. Stiamo cercando di usare al meglio e il più possibile gli ammortizzatori sociali garantiti dal governo. A fine ottobre dell’anno scorso avevamo aperta anche una seconda struttura, hotel Canton dell’Orto di fronte all’orto botanico: ha 24 posti-letto ma ora è chiusa» 
La Casa del Pellegrino ha dato disponibilità per diventare un Covid Hotel in grado di ospitare i pazienti in isolamento ed è stata selezionata dalla Regione: «Abbiamo partecipato al bando dell’Ulss per la manifestazione d’interesse e ora siamo in attesa - spiega il direttore - Ci sono già molte persone che hanno difficoltà logistiche a casa e ci chiamano chiedendo se siamo aperti. Noi siamo pronti». 

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