Covid, corre il contagio della nuova variante Omicron Ba5: Padova ha i tassi più alti della regione

Martedì 21 Giugno 2022 di Elisa Fais
Prende piede la nuova variante Omicron Ba5

PADOVA - La pandemia non è ancora finita. Corre il contagio della nuova variante Omicron Ba5 e nel giro di sette giorni aumentano del 34% le infezioni giornaliere in provincia di Padova. Se nella settimana tra il 7 e il 13 giugno si viaggiava su una media di 364 nuovi casi al giorno, in quella dal 14 al 20 si passa a 556 contagi nelle 24 ore. Oltre all'eliminazione dei divieti anti-contagio, sull'inversione di tendenza ha fatto la differenza anche l'arrivo in città della nuova variante. È ciò che emerge dall'ultimo report emesso dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve) sulla sorveglianza delle varianti Covid presenti in Veneto. Il 23% dei campioni analizzati provenienti dalla provincia di Padova ha mostrato la nuova variante Omicron Ba5, uno dei tassi più alti a livello regionale assieme a Treviso e Vicenza. In numeri assoluti si tratta di cinque casi.

La nuova variante Omicron Ba5

Secondo gli esperti, Omicron Ba5 ha una mutazione che le permette di legarsi alle cellule umane in modo più efficace. «Rispetto alla sorveglianza precedente - spiega la dirigente biologa Alice Fusaro, dell'Iszve di Legnaro - si osserva un notevole incremento della variante Ba5, che è passata dallo 0% al 23%, diventando il secondo lineage più diffuso.

Ba5 è più diffusiva perché ha maggior capacità di evadere la risposta immunitaria da precedenti infezioni o vaccinazioni». La nuova variante, la Omicron Ba5, però, non sembra aggressiva come le precedenti: colpisce le prime vie aeree, soprattutto le fasce di età centrali, dai 40 ai 70 anni. «La virulenza è comunque quella di Omicron - aggiunge la dottoressa Fusaro - per cui anche Ba5 dà maggiormente forme respiratorie. Come è già accaduto in Portogallo e in Sud Africa, anche qui Ba5 avrà la meglio sulle altre sottovarianti».

Il contagio in provincia di Padova

Al momento sono positivi al tampone 5.650 padovani. Secondo l'ultimo report pubblicato da Azienda Zero, però, la pressione ospedaliera rimane stabile. Attualmente sono ricoverate 48 persone con il Covid nei vari ospedali padovani, di cui due in terapia intensiva. «Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso c'è un aumento del numero di infezioni - specifica il professor Vincenzo Baldo, epidemiologo dell'Azienda ospedale università - ma il virus non è altrettanto virulento, per cui non stanno aumentando i ricoveri. Per valutare l'effettivo andamento della pandemia ci si deve concentrare sull'attività ospedaliera: i ricoveri avvengono in base a parametri standard, soprattutto in terapia intensiva».

Cosa accadrà?

Nell'ambito di un'emergenza sanitaria, è sempre difficile fare previsioni, ma probabilmente si va verso una nuova fase. «Nessuno ha la sfera di cristallo - ammette il professor Baldo - ma i dati attuali dicono che stiamo andando verso una convivenza con il virus. Come detto, in questo momento l'attività ospedaliera legata al Covid è sotto controllo. Ma è altrettanto vero che l'Organizzazione mondiale della sanità non ha dichiarato la fine della pandemia. Quindi bisogna continuare a fare attenzione e non abbassare la guardia». Negli ultimi due anni sono state individuate diverse varianti del Covid e le nuove mutazioni sono sempre dietro l'angolo. «Non sappiamo quello che potrebbe accadere in autunno - continua Baldo - per questo continua l'attività di sorveglianza e sequenziamento sia da parte della Microbiologia dell'Azienda ospedaliera che da parte dell'Istituto zooprofilattico». Il pensiero, poi, va ai più fragili. «Gran parte della popolazione ha sviluppato o è in grado di sviluppare una buona risposta immunitaria al Covid - precisa Baldo - ma non dimentichiamoci dei più fragili, le persone a rischio di sviluppare i sintomi più gravi della malattia».

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