Pizze d'asporto e pulizie, le imprese che crescono con il Covid

Lunedì 12 Aprile 2021 di Gabriele Pipia
Una pizzeria d'asporto

PADOVA - Le attività che chiudono, le proteste di piazza e gli accorati appelli al governo. Tutto questo, ma non solo. Tra tantissimi imprenditori che scuotono la testa temendo di dover alzare bandiera bianca, ci sono anche alcuni settori che negli ultimi dodici mesi non hanno sentito la crisi e magari hanno addirittura aumentato il fatturato. Se a soffrire maggiormente sono i ristoranti e i negozi di abbigliamento, falcidiati da ripetute chiusure, a poter sorridere sono invece le pizzerie da asporto e le imprese di pulizie. Nel cupissimo panorama generale ecco due esempi di chi ha sempre lavorato. Non tutto è rose e fiori perché le limitazioni agli spostamenti si fanno sentire e le tasche dei clienti sono in molti casi più vuote, però almeno non si sono mai fermate. Hanno tenuto la saracinesca alzata e nella stragrande maggioranza dei casi rispetto al 2019 hanno perfino lavorato in utile. Un'analisi dei settori che hanno tenuto maggiormente botta è possibile basandoci sugli osservatori di Confesercenti e Confartigianato.


ALIMENTARE
Nel campo alimentare bisogna per forza partire dalle pizzerie da asporto. In uno scenario simile, dove non è possibile andare a cena fuori, la pizzeria sotto casa è una certezza. Se in città l'offerta è ampissima e passa dal sushi ai piatti di carne, in molti paesi di provincia spesso e volentieri ci sono solo loro. Le care vecchie pizzerie d'asporto, con fatturati che in alcuni casi sono arrivati anche al +50 per cento. «In provincia di Padova operano 743 pizzerie di asporto che tra il 2020 e il 2021 hanno registrato un incremento dell'attività» conferma Confartigianato.
A sorridere, soprattutto nel primo lockdown, erano stati anche i negozi di alimentari sotto casa. «Tra i pochissimi effetti positivi delle limitazioni, c'è la riscoperta delle botteghe di quartiere» ha ripetuto più volte il presidente di Confesercenti Nicola Rossi.

Oggi non c'è più il boom della scorsa primavera, ma l'effetto positivo è rimasto.


PULIZIE
L'altro grande comparto in crescita è inevitabilmente quello delle pulizie che conta in provincia 457 aziende e 1.641 addetti. «È tra le poche categorie - sottolinea l'associazione degli artigiani - che hanno ampliato il giro d'affari grazie alla grande richiesta di sanificazione degli ambienti e in alcuni casi grazie alla vendita di prodotti per la disinfezione e macchinari per l'igienizzazione degli ambienti». Molte imprese hanno aumentato i fatturati, tante altre sono riuscite quantomeno a lavorare in pari.


OFFICINE E FABBRICHE
Un altro settore che non sente la crisi è quello delle officine meccaniche (2.934 aziende e 12.481 addetti). Il presidente del comparto per Confartigianato, Federico Boin, stima un aumento dei fatturati del 15% rispetto al 2020: «Certo, non siamo ritornati ai livelli del 2019, ma il mercato sta rispondendo bene. Ci preoccupa però l'aumento dei costi delle materie prime, che in alcuni casi è arrivato anche al 40%».
Per quanto riguarda l'export manifatturiero padovano, sempre Confartigianato fa sapere che nella seconda metà dell'anno «è stato registrato un colpo di reni straordinario, con un calo contenuto del -1,9% nel quarto trimestre». Un deciso segno positivo è stato conseguito dai prodotti della metallurgia: +26%.


NUOVI CANALI
Intanto i negozi soffrono ma c'è chi cerca nuove strade per resistere. Confesercenti ha calcolato che a Padova un commerciante su quattro ha scoperto e inaugurato nuovi canali di vendita come WhatsAppa Business, Facebook e Instagram, sperimentando pure nuovi metodi di pagamento come Satispay e Paypal. Alessandra Trivellato, responsabile sviluppo dell'associazione, traccia la rotta: «I piccoli imprenditori ci stanno provando. Nonostante le difficoltà, il commercio si mette in gioco e cerca di trovare nuove soluzioni».
 

Ultimo aggiornamento: 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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