Incubo finito, riaperte tutte le 38 case di riposo, tra gli ospiti nessun contagio

Lunedì 31 Maggio 2021 di Gabriele Pipia
Case di riposo, migliora la situazione

PADOVA - «Eravamo abituati a leggere ogni giorno un bollettino di guerra, quello di oggi invece sembra un bollettino di pace». La situazione delle case di riposo padovane sta tutta qui, in questa frase accompagnata da un grande sorriso pronunciata dalla dottoressa Maria Chiara Corti. La nuova direttrice dei servizi sociosanitari dell’Ulss Euganea si è insediata a metà aprile e da quel momento non ha visto nemmeno un caso di Covid. Da più di un mese la situazione tra gli ospiti è sempre la stessa: zero morti e zero contagi. Per questo motivo le 38 strutture della provincia hanno mano a mano riaperto le porte e oggi l’operazione può dirsi completata: da pochi giorni tutte consentono nuovamente le visite dei familiari agli anziani. È passato più di un anno, ma l’incubo sembra definitivamente superato.

Merito della campagna vaccinale (è stato immunizzato oltre il 95% degli ospiti) ma anche dei rigidissimi protocolli adottati ovunque. Con una linea comune sempre seguita: nessun anziano viene accolto come nuovo ospite se non è vaccinato. 


LA SITUAZIONE
A fine anno gli ospiti positivi erano 841 su un totale di 4.340, ma da quasi due mesi siamo a quota zero (gli operatori, invece, sono non più di tre a settimana). In un anno gli ospiti padovani morti dopo esser stati colpiti dal Covid sono stati 620 ma la tragica striscia di lutti si è arrestata a inizio febbraio. 
Le case di riposo, cristallerie delicatissime dove il virus si è infilato in modo devastante, nell’ultimo anno si sono progressivamente svuotate a causa dei decessi e della paura. Ora il tasso di occupazione dei posti letto oscilla tra il 90% e il 95%. «La paura sta passando - sottolinea - e molte famiglie stanno portando i propri anziani. Queste strutture per far quadrare i conti hanno bisogno di essere almeno al 90 o 95% di occupazione, stiamo cercando di tornare su quei livelli. Prima della pandemia la lista d’attesa era lunghissima, ora è comunque decisamente ridotta». 


LE REGOLE
Vietare i contatti tra anziani e familiari è stato uno degli aspetti più struggenti e delicati da dover gestire nei mesi più duri della prima e della seconda ondata. Nell’ultima settimana il percorso di riapertura si è completato ma con regole diverse da residenza a residenza. La metà mantiene ancora barriere fisiche come per esempio i pannelli in plexiglass e le stanze degli abbracci (con i divisori di cellophane tra una persona e l’altra). Le altre strutture invece favoriscono le visite all’aria aperta senza alcun ostacolo. «Stiamo incoraggiando tutte le case di riposo ad abbattere le barriere - assicura la direttrice - L’indicazione è quella di sfruttare il più possibile, dove possibile, i giardini. Giovedì la Regione ci ha chiesto di interrogare tutte le strutture sulla loro organizzazione, ora stiamo analizzando i protocolli». 
Resta in ogni caso la necessità del green pass per i visitatori: devono essere vaccinati almeno con la prima dose, guariti dal Covid oppure negativi ad un tampone eseguito nelle 48 precedenti. Il test viene fatto anche dall’Ulss, gratuitamente nei punti-tampone, con un’autocertificazione. «Stiamo spronando a vaccinarsi tutti i familiari che non lo hanno ancora fatto - prosegue la dottoressa - Restano vietati i contatti fisici tranne in una circostanza: quando gli anziani sono allettati e in condizioni di salute estremamente gravi». 


LINEA
Rimane la linea di non accogliere nuovi ospiti se non vaccinati. «Non vaccinarsi è un loro diritto - spiega - ma riteniamo prevalente il diritto a non essere contagiati degli anziani che sono già nelle nostre strutture. Ogni nuovo ospite è stato accolto con almeno la prima dose di vaccino inoculata e ai pochi ospiti non vaccinati è stata somministrata la prima dose il primo giorno». Immunità e rigide regole hanno permesso di riaprire tutte le porte, ma anche fuori la situazione è molto buona: ieri in provincia 24 nuovi contagi e nessun decesso. 
 

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