Mazzata-Covid sullo sport padovano: persi 14mila tesserati. Ponchio (Coni): «Ci serve aiuto»

Venerdì 19 Novembre 2021 di Gabriele Pipia
La pandemia ha fatto enormi danni anche nell'attività sportiva

PADOVA - «Per recuperare tutti questi ragazzi serve un grande sforzo e serve anche un importante cambiamento culturale. Fare sport è fondamentale, dovremmo arrivare al punto che i medici di base lo inseriscano nelle prescrizioni. Tachipirina, sciroppo e 10 sedute di attività motoria». Dino Ponchio tiene in mano un fascicolo di venti pagine e alza subito la voce: «In tutta la provincia di Padova abbiamo perso 14 mila tesserati, la pandemia è stata una mazzata tremenda. Serve il sostegno di tutti per tornare ai livelli di un tempo». 
Il presidente regionale del Coni parla nella grande sala-riunioni dello stadio Euganeo e snocciola numeri impietosi. Tutte le discipline più importanti negli ultimi due anni hanno perso migliaia di iscritti: dal calcio al basket, dalla pallavolo al rugby, per non parlare del nuoto. Incidono i timori per i contagi, la perdita di socialità dettata dalla didattica a distanza e - come nel caso del nuoto - gli impianti chiusi per molti mesi. 

I NUMERI
L’emergenza Covid ha mutato il mondo sportivo padovano. Oggi in tutta la provincia si contano 93.385 atleti tesserati (il 18% del totale regionale) e rispetto ai dati del 2019 si registra un -15%. Le società hanno invece tenuto botta: sono 2.863 e impiegano 37.765 addetti ai lavori. 
Partiamo dallo sport più popolare, il calcio: se tra gli adulti la perdita è stata solo del 4%, nel settore giovanile si arriva ad un -12%. Dalla federazione garantiscono però che i numeri sono in netto recupero. Nel basket siamo a -25%, nel rugby a -13% e nella pallavolo al -16%. In grande sofferenza il nuoto, lo sport che perde più di tutti: i 2.422 tesserati sono diventati 1.213, la metà. Va molto male, a livello generale, anche agli enti di promozione sportiva: quelli attivi in provincia di Padova sono 16 ma un terzo degli iscritti è stato perso. 
Un discorso a parte va fatto per l’atletica, che conta 3.005 tesserati mentre nella stagione 2019-2020 erano 3.410. Il calo è del 12% ma la stagione delle nuove iscrizioni è appena iniziata e i responsabili federali contano sul fatto che le medaglie olimpiche possano produrre un effetto positivo da qui ai prossimi mesi. Diverse società stanno infatti già registrando numeri in crescita. 
CHI SALE
Se guardiamo alle discipline che, invece, aumentano il numero di tesserati, dai dati del Coni balza all’occhio soprattutto la ginnastica. Prima erano 1.617 e ora sono 2.098. Su questo dato potrebbe influire il fatto che le discipline individuali preoccupino meno dal punto di vista dei contagi, ma non solo. A fare la differenza sembra essere anche il nutrito numero di atleti che l’anno scorso ha dovuto tesserarsi per diventare agonisti e poter rispettare le normative avendo l’autorizzazione ad allenarsi in palestra. Un aumento per lo più di ginnasti che hanno iniziato a gareggiare, dunque, rispetto ad un numero effettivo totale che a conti fatti sembra essere ancora tiepido.
A proposito di sport individuali, va registrato il doppio segno positivo per equitazione (+6%) e kayak (+20%). 
Sorride anche il Cus, centro universitario sportivo di Padova. Nel 2019 i tesserati (tra studenti e atleti delle sezioni sportive) erano 2.282 mentre oggi sono 2.939. La ricetta? Sfruttare il più possibile gli spazi aperti. 
COSA SERVE
«Abbiamo perso tanto ma ora stiamo ripartendo. Sport significa salute, educazione e formazione - ricorda il presidente regionale Ponchio - Ecco perché il budget per lo sport dovrebbe attingere da più assessorati, come Sanità e Istruzione. Ricordo poi che il valore dello sport è anche economico: nel Padovano contiamo 541 imprese impegnate nel campo degli attrezzi e degli impianti sportivi. Aumentare i numeri dei tesserati giova a tutti».
«Purtroppo la pandemia ha influito sotto tanti punti di vista - continua - I ragazzi erano abituati ad andare a scuola tutti i giorni e a fare sport un paio di volte a settimana, poi la dad e il lockdown hanno stravolto le loro giornate. Si sono perse abitudini cicliche e socialità». 
L’IMPEGNO
La scorsa primavera il Coni ha organizzato sit-in in ogni città per sensibilizzare sul tema dello «sport che stava rischiando di morire». Ora Ponchio ringrazia il Comune di Padova («ha stanziato un milione e mezzo per lo sport ed è una scelta davvero epocale» e intanto guarda avanti. «Il Coni aprirà cinque sportelli. Uno dedicato agli impianti sportivi, uno per la gestione fiscale-amministrativa delle società, uno per dare assistenza legata ai finanziamenti, uno per gli aspetti psicopedagogici e uno sui temi alimentari che sarà coordinato dall’ottimo professore dell’università Antonio Paoli». Si riparte così. 

 

Ultimo aggiornamento: 22:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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