Covid e aiuti ai commercianti: «Mai arrivati i 25mila euro dello Stato per il bar»

Venerdì 17 Luglio 2020 di Giancarlo Noviello
Covid e aiuti ai commercianti: «Mai arrivati i 25mila euro dello Stato per il bar» (Foto di Free-Photos da Pixabay)
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CAMPODARSEGO - Lo sforzo messo in campo dal Governo per dare ossigeno ai piccoli commercianti con prestiti garantiti dallo Stato e quindi sicuri per le banche, fatica ancora a far vedere i suoi effetti. Ne sa qualcosa il decano dei baristi di Campodarsego, Patrizio Griggio, titolare da 41 anni dell'omonimo Bar da Patrizio, che dopo la domanda di credito al Fondo di Garanzia per ottenere il finanziamento di 25 mila euro, non ha ancora visto, ad oggi, un centesimo di euro ed è stato costretto a ricorrere ad altre strade.

Il finanziamento ha una particolarità che riguarda il periodo di preammortamento obbligatorio di 24 mesi dalla data di erogazione del prestito. Significa che per i primi 24 mesi dal momento in cui viene erogato il prestito, il cliente restituisce solo la quota interessi mentre la restituzione del capitale avviene di fatto dalla venticinquesima rata in poi. 

Ma in questi casi, bisogna anche fare i conti con i tempi biblici, dettati dalla burocrazia statale, che impone talvolta ai piccoli imprenditori, di scegliere strade diverse, come è accaduto appunto al barista Patrizio Griggio. 

«I soldi in realtà dovevano arrivare perché era prevista la garanzia dallo Stato spiega sconsolato Patrizio Griggio - Due giorni dopo la chiusura, mi sono recato il 13 marzo presso la filiale della Bcc di Roma, con sede a Campodarsego, per chiedere un finanziamento di 12 mila euro» .

«Dopo una settimana dalla richiesta, il direttore mi aveva già accreditato sul conto l'importo richiesto, senza alcun intoppo burocratico e ulteriori spese di apertura pratica. L'operazione, che prevede un tasso reale dell'1%, mi ha permesso di continuare a pagare il mutuo, l'affitto e tutte le spese che transitavano sul conto. La burocrazia talvolta uccide e non ci consente di vivere con dignità, la nostra vita lavorativa».
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