PADOVA - «Fra una settimana è finita.
LO SCENARIO
«Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad uno scenario paradossale, giustificato falsamente dalla guerra in Ucraina, ma in realtà alimentato da una speculazione senza precedenti» continua. «Di fatto molti materiali sono completamente irreperibili, quali l’acciaio di qualunque tipo o l’alluminio per poi passare alle materie derivate dal petrolio quali il bitume che ha raggiunto quota +600% nell’ultima settimana sospendendo tutti i lavori stradali d’Italia».
«Il settore dell’edilizia, volano e traino dell’economia della ripartenza, è completamente fermo, a causa della speculazione messa in atto dai distributori energetici ed a ruota dai produttori di materie prime e semilavorati in Italia che cavalcando l’onda della crisi Ucraina, motivano l’irreperibilità di materie prime tenendo chiusi gli stabilimenti anziché produrre, inducendo cosi un’enorme aumento del costo delle materie prime.
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LA SPECULAZIONE
«Per comprendere quanto ingiustificata sia questa vicenda basti pensare che molte aziende italiane di acciaio sono dotate di forni elettrici di ultimissima generazione ed abbiano a disposizione impianti fotovoltaici di migliaia di Kwh. Allora come possono essere così tanto influenzati dall’aumento dell’energia se la autoproducono? E come mai lamentano la mancanza di materia prima se hanno i magazzini di stoccaggio pieni?»
«Ed ancora - continua - per quale motivo con il Petrolio Wti in calo del 3% rispetto a venerdì scorso sceso anche a 129 dollari ed i prezzi del gas in calo del 5% a 119,85 stiamo subendo questo massacro dei prezzi delle materie prime? Per alcuni versi gas naturale e petrolio costano meno degli ultimi anni». La via d’uscita? «Proclamare lo stato di emergenza immediatamente», Questo permetterebbe almeno di mettere in cassa integrazione i dipendenti, oggi non possiamo farlo. Ma soprattutto richiedere alle istituzioni un controllo tramite l’Anac delle filiere produttive che stanno incrementando i costi in maniera sconsiderata. Anche le opere pubbliche destinate a cantierare i progetti del Pnrr si fermeranno. So già di centinaia di rinunce a partecipare alle gare».
GEROTTO
Chiude il presidente di Ance Padova, Gerotto: «Oltre ai motivi elencati da Mengato la cosa che più mi preoccupa sono le aziende che non riescono più a fare le cessioni dei crediti. Ancora 3 mesi e il 50% delle ditte andrà in crisi di liquidità. Ho associati che hanno in casa fino a 3 milioni di euro di materiali che non si riesce a consegnare perché mancano i trasporti. Nel breve prevedo una inflazione che si alzerà a livelli importanti. Atterrando su Padova che ne sarà delle ultime gare assegnate? Come potranno i vincitori assumersi tutti i costi e portare a termine le commesse nei tempi prestabiliti? Si dovranno stabilire dei sistemi di compensazione immediatamente e adeguare i prezzi dei materiali ai costi attuali. Siamo in una situazione economica pre-guerra che ha bisogno di leggi speciali capaci di farci traghettare verso un nuovo contesto di equilibrio economico finanziario».