Vo'-Codogno, il giallo della pista saltata: indagini come nei casi criminali

Martedì 25 Febbraio 2020
Vo', un paese cinto d'assedio. Ma prima che fosse blindato, chi ha portato il contagio?
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Riparte da zero la pista per spiegare la diffusione del Coronavirus nel padovano, e trovare - se esiste - un anello di congiunzione tra Veneto e Lombardia. Sulla pista si è indagato come se si fosse di fronte a un caso di cronaca nera, perché per isolare il virus di Vo' bisogna capire come il contagio è arrivato nel piccolo paese sui Colli Euganei. E una delle ipotesi - la migliore, dal punto di vista della diffusione del virus in Italia - era che il contagio, a Vo', fosse arrivato da qualcuno che aveva contatti con le zone infette della Lombardia. Ma il "contatto" tra i due focolai è saltato.

Allo stato attuale i focolai di espansione del Covid-19 in Italia rimangono due, separati: uno nel lodigiano, l'altro a Vo', sui Colli Euganei. È durata lo spazio di una giornata la pista che sembrava aver portato al 'paziente zero' in Veneto: un agricoltore 70enne di Albettone (Vicenza), comune confinante con Vo' (Padova), che frequentava i bar del paese padovano, assieme ai primi due contagiati dal virus, e che, sentitosi male, con febbre e tosse forte, aveva riferito d'essere stato giorni fa a Codogno, l'epicentro dei casi in Lombardia.

Ma i test tampone effettuati in ospedale hanno spazzato via i dubbi: negativo. Nessuna traccia del Covid-19, probabilmente, quindi, una banale sindrome influenzale. A rendere noto l'esito è stato in serata il governatore Luca Zaia: gli esperti di malattie infettive dell'Ospedale di Vicenza, ha spiegato, «hanno confermato che il paziente di Albettone, che secondo quanto dichiarato da lui stesso sarebbe stato a Codogno, è risultato negativo al test del coronavirus». Il primo a tirare un sospiro di sollievo è stato il sindaco del comune vicentino, Joe Formaggio. Tuttavia adesso l'indagine sulla diffusione dell'infezione in Veneto riparte daccapo. Ad indicare la pista Codogno era stato in mattinata proprio il sindaco di Vò, Giuliano Martini, raccontando che l'agricoltore aveva chiamato la farmacia che lui gestisce nel paese, chiedendo consigli per la febbre e una tosse che non passava. Poi, però l'anziano, esperto di agricoltura biologica, aveva aggiunto un particolare: nei giorni precedenti era stato a Codogno, l'epicentro del focolaio lombardo, e in altre località del lodigiano, per la presentazione di un libro. A quel punto chi lo ascoltava al telefono era trasalito: Vò-Codogno, un collegamento che non poteva non insospettire. Martini gli ha consigliato di restare in casa, ha avvisato l'Ulss, il sindaco di Albettone, e il 118.

L'uomo è stato portato in ospedale di Vicenza e sottoposto al tampone.

Che in serata è risultato negativo. Nonostante ci fosse attesa da parte degli esperti per capire se si fosse trovato il legame tra Veneto e Lombardia, il commissario Angelo Borrelli era stato molto cauto. «Non ho conferma dalle strutture regionali - aveva anticipato - di un collegamento tra il caso di Lodi e quello del padovano». in serata il capo della Protezione Civile è stato ancora più chiaro: «Non ci sono altri focolai» per il Coronavirus. «Sui legami tra focolai non ci sono ancora conferme» ha detto Borrelli. In Veneto intanto i casi di contagio sono saliti a 32. E per Vò è stata un'altra giornata campale. Sono entrati in funzione i 10 varchi di sicurezza, per filtrare entrate e uscite dal comune, affidato alla gestione dell'Esercito. Da oggi Vò e fisicamente 'separatò dal resto del Veneto, e i sui 3.400 abitanti si preparano ad una quarantena che, se la situazione non peggiorerà, finirà fra 14 giorni.

Ultimo aggiornamento: 16:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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