Bambina contagiata a 13 anni, Emma: «Ho avuto il coronavirus, tanta paura e ora la gioia di tornare a scuola»

Venerdì 11 Settembre 2020
Rientro a scuola di Emma
VO'- È il giorno che aspettavano da sei mesi e mezzo. Molti di loro hanno fatto il conto alla rovescia in queste ultime settimane e ieri hanno finalmente rimesso piede nella loro scuola. Sono gli studenti delle elementari e delle medie di Vo', i primi del Veneto a fare i conti con l'emergenza Covid.
LA MALATTIA
«È bello rivedere tutti, compagni e prof, anche se le distanze pesano», confessa Emma, di terza media, mentre aspetta che i cancelli si aprano. Parla per esperienza: lei infatti il virus lo ha sperimentato sulla propria pelle. «Io sono stata una dei contagiati. Asintomatica, per fortuna. I primi due mesi sono stati difficilissimi perché prima sono rimasta isolata in casa mia: dovevo mantenere la distanza con i miei familiari, non potevo neppure mangiare con loro e dovevo indossare la mascherina. Poi mi sono trasferita nella casa dei nonni, contagiati pure loro. Mio nonno è stato addirittura ricoverato in ospedale. Ho fatto fatica a seguire tutte le videolezioni tanto da saltare anche un paio di verifiche». Thomas invece è convinto di aver preso il coronavirus in tempi non sospetti, quando ancora non si sapeva che stava già circolando in paese, anzi lo si considerava soltanto un problema cinese. «Mi sono ammalato a inizio gennaio: sembrava un'influenza, con febbre alta, forte mal di testa. Ma qui sentivo il fuoco racconta premendosi l'indice sul petto e non riuscivo a bere». Potrebbe avere ragione, visto che gli studi condotti dal virologo Andrea Crisanti proprio sulla popolazione di Vo' (che ha dato un contributo prezioso alla ricerca sul Covid) dimostrano che il virus circolava in paese già a inizio gennaio. «Mi aspetto che non si ritorni più tutti in quarantena come prima», aggiunge.
LE PRECAUZIONI
È quello che si augura anche Paolo, papà di Giada e Dario, rispettivamente in prima media e terza elementare. «Spero che riescano a stare a scuola un bel po' perché se le richiudono siamo costretti a stare a casa anche noi genitori. Comunque siamo fiduciosi: l'istituto ha adottato tutte le precauzioni necessarie». Sua figlia è molto agitata perché oggi per lei inizia un nuovo ciclo di studi. Ma i più emozionati sono i piccolini di prima elementare: Alberto, con i suoi capelli color pelliccia di volpe, non parla molto. Si è alzato alle 6.30 per non rischiare di fare tardi proprio il primo giorno. Ma quando la maestra fa l'appello in classe, tira fuori tutta la voce che ha e risponde forte «Presente!» dal primo banco. Al primo giorno di scuola non ci si abitua mai: nonostante gli anni di servizio anche gli insegnanti si emozionano ogni volta come forse la prima. A maggior ragione quest'anno. «Stavolta è ancora più emozionante perché non ci si rivede da moltissimi mesi afferma Chiara Iodi, referente di plesso per la secondaria di Vo' È un ritorno alla normalità segnato dalle nuove regole, che vanno condivise e spiegate ai ragazzi. Poi c'è il vissuto di questi mesi da rielaborare, per chi si sentirà di farlo, senza forzature».
LA FELICITÁ
E se all'ingresso fioccano i sorrisi e le mani sventolate per i saluti ai genitori, all'uscita, quattro ore e mezza dopo, è tutto un susseguirsi di pacche sulle spalle e domande, soprattutto per gli alunni delle elementari: «Allora com'è andata? Cos'hai fatto? Vi siete divertiti?». «È andata benissimo risponde pronto Andrea, quinta elementare mi sono proprio divertito a rivedere i compagni e le maestre. Ci siamo raccontati le nostre vacanze e abbiamo scritto una poesia sul perché ci piace andare a scuola». Le nuove regole le ha già imparate: «Bisogna stare a un metro di distanza, indossare la mascherina quando non siamo seduti sui banchi, starnutire sulla piega del gomito, lavarsi e igienizzarsi spesso le mani, non prestare niente ai compagni». «Non mi aspettavo un primo giorno di scuola così bello, invece ci siamo divertiti nonostante il distanziamento e le mascherine aggiunge Giosuè Che cosa mi aspetto? Che rispettiamo tutti le regole e riusciamo a fare scuola». Le insegnanti non hanno dubbi a riguardo: «Sono stati bravissimi, molto più di quanto ci aspettassimo affermano le maestre Isabella Fattoni e Giancarla Toffano Si vede che le famiglie li hanno preparati, soprattutto quelle di Vo', visti i trascorsi che ha il paese».
M.E.P.
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Ultimo aggiornamento: 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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